comune di Lacchiarella sec. XIII - 1757
L’esistenza di un ordinamento comunale è testimoniata da un documento datato 7 settembre 1282, trascritto negli “Atti del comune di Milano”, in cui Lachiarella è citato come comune ed è segnalata la presenza del console (Baroni 1992).
Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Lachiarella risulta incluso nella pieve di Decimo e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata da Laciarella” come “el borgo de Laciarella” (Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Lachiarella risulta compreso invece nel vicariato di Binasco (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 4 e 5).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune contava circa 1.370 anime, comprese quelle del comunetto separato del Consorzio della Misericordia di Milano e della cascinetta Mentivago, ad esso aggregati fiscalmente.
L’apparato amministrativo era costituito da un organo deliberativo, denominato consiglio particolare “concessogli dal Senato per dichiarazione fatta in l’anno 1616”, composto da dodici consiglieri, da tre sindaci, dal podestà feudale o suo luogotenente e dal cancelliere: ai sindaci e consiglieri, nominati ogni anno dai membri uscenti restavano delegate, in collaborazione con i due primi estimati della comunità, la conduzione amministrativa del comune e “la vigilanza sopra la giustizia dei pubblici riparti”; al cancelliere che, secondo quanto stabilito dalla dichiarazione del Senato del 1616, doveva essere un “notaro collegiato” eletto dal feudatario, erano invece raccomandate la compilazione e ripartizione dei carichi fiscali e la cura e conservazione, presso la propria abitazione, dei “quinternetti” e delle pubbliche scritture.
Un esattore, scelto con asta pubblica e nominato dal consiglio, si accollava infine tutte le operazioni connesse alla riscossione dei suddetti carichi fiscali; compiti di polizia locale erano infine affidati al console, eletto a pubblico incanto dall’assemblea di tutti i capi di casa secondo il comune criterio che attribuiva l’incarico al candidato che si impegnava a svolgere tale servizio al minor costo (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3024).
A metà del XVIII secolo il comune, infeudato dal 1458 (Casanova 1930), era sottoposto alla giurisdizione di un podestà feudale, residente in Milano ma rappresentato in loco da un luogotenente e da un notaro attuario civile e criminale, tenuti a presiedere a qualsiasi riunione di piazza, e presso i cui uffici il console, in quanto tutore dell’ordine pubblico, era tenuto a prestare l’ordinario giuramento (Rispsote ai 45 quesiti, cart. 3024).
ultima modifica: 13/10/2003
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