comune di Melegnano sec. XIII - 1757
L’esistenza di un ordinamento comunale è testimoniata da un documento datato 21 giugno 1298, trascritto negli “Atti del Comune di Milano”, in cui il borgo di Melegnano è citato come comune ed è segnalata la presenza del console (Baroni 1992).
Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Melegnano risulta incluso nella pieve di San Giuliano e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata da Melegnano” come “el borgo da Melegnano” (Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Melegnano risulta ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 42).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che l’apparato amministrativo del comune, che contava circa 1.750 anime, era costituito da un consiglio generale, formato dall’assemblea di tutti i capi di casa della comunità, convocata dal console almeno una volta all’anno in occasione della pubblicazione dei riparti e del rinnovo delle cariche comunitarie, a cui faceva riscontro un consiglio più ristretto detto ordinario, composto da quattro deputati assistiti da due delegati, uno rappresentante dei “personalisti” l’altro del “realisti”, a cui erano particolarmente raccomandate l’amministrazione e conservazione del patrimonio pubblico.
Mentre i due delegati venivano nominati, per un tempo indeterminato, dai “realisti” e dai “personalisti” – cioè coloro i quali erano vessati rispettivamente da tasse dirette o indirette – i deputati venivano eletti ogni quattro anni dal consiglio generale.
Un cancelliere, “notaro del collegio di Milano”, ed un ragionatto, entrambi residenti in loco, ed un esattore, scelto con asta pubblica e nominato dal consiglio generale, completavano l’apparato esecutivo: a cancelliere e ragionatto la comunità delegava la compilazione dei riparti annuali, all’esattore affidava invece tutte le operazioni connesse alla loro riscossione. Compiti di polizia locale erano infine raccomandati al console.
La comunità veniva inoltre rappresentata in Milano da un procuratore, residente in Milano e nominato dai maggiori estimati (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3069 e 3070).
A metà del XVIII secolo il comune, infeudato dal 1532 (Casanova 1930), era assistito da un podestà feudale nominato dal feudatario, residente in Milano, ma rappresentato in loco da un luogotenente, a cui la comunità corrispondeva un onorario “a titolo di podestaria”, ed era sottoposto anche alla giurisdizione “di maggior magistrato” del podestà di Milano: il console, tutore dell’ordine pubblico, era tenuto infatti a prestare l’annuale giuramento tanto presso la banca criminale feudale quanto presso quella regia milanese (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3069 e 3070).
ultima modifica: 13/10/2003
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