comune di Melzo sec. XIII - 1757
L’esistenza di un ordinamento comunale è testimoniata da un documento datato 23 ottobre 1262 trascritto negli “Atti del comune di Milano”, in cui Melzo è citato come comune ed è segnalata la presenza del console (Baroni 1987).
Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Melzo risulta incluso nella pieve di Cornegliano e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata de Villaderardi” come “el borgo da Melzo” (Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 il comune risulta ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 13).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che l’apparato amministrativo del comune, che contava 1.207 anime, era costituito da un organo deliberativo, denominato consiglio generale e formato dall’assemblea di tutti i capi famiglia e maggiori estimati della comunità, e da un altro organo consiliare, il consiglio particolare, composto dal console, tre sindaci e quattro deputati, a cui erano invece affidate competenze di carattere esecutivo: mentre il consiglio generale convocato una volta all’anno, nel mese di settembre, alla presenza del podestà, si occupava della preparazione e pubblicazione dei riparti generali “delle gravezze, spese locali, ordinarie e straordinarie mediante avviso in scritto a tutti li signori interessati di maggior estimo, fittabili et capi di famiglia”, al consiglio particolare competeva l’amministrazione del patrimonio pubblico del comune e la “vigilanza sopra la giustizia del riparti annuali”.
Un cancelliere, residente in Cassano d’Adda, ma obbligato a risiedere nel borgo di Melzo per un determinato numero di mesi all’anno, ed un esattore, scelto con asta pubblica e nominato dal consiglio generale, completavano l’organigramma amministrativo della comunità: al cancelliere erano particolarmente raccomandate la compilazione e ripartizione dei carichi fiscali e la custodia delle pubbliche scritture, all’esattore la riscossione dei suddetti tributi.
La comunità manteneva inoltre un procuratore in Milano, “attento alle sue esigenze et emergenze” (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3067).
Il comune, infeudato per la prima volta nel 1412 e rinfeudato dalla regia camera nel 1691, dopo essere stato devoluto con tutto il suo contado, in seguito all’estinzione dei feudatari Trivulzio (Casanova 1930), a metà del XVIII secolo era sottoposto alla giurisdizione del podestà residente in loco, a cui la comunità corrispondeva un onorario per i suoi interventi in occasione della pubblicazione dei riparti annuali e per gli eventuali interventi dei “fanti” al suo servizio .
Il console, in quanto tutore dell’ordine pubblico, era infine tenuto a prestare ogni anno l’ordinario giuramento presso l’ufficio pretorio del suddetto podestà (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3067).
ultima modifica: 13/10/2003
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