ragionatto sec. XIV - 1757
A completamento dell’organizzazione comunitaria gli statuti trecenteschi prevedevano l’esistenza di “rationatores”, addetti alla compilazione e cura dei conti e dei bilanci della comunità.
Le risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento ribadiscono come la comunità di Monza fosse assistita da un “ragionatto”, anch’egli, come il notaro-cancelliere, nominato dal consiglio generale e scelto tra i ragionatti “meritevoli” residenti permanentemente nel borgo monzese. Al ragionatto il consiglio delegava principalmente mansioni da contabile: egli era tenuto infatti a compilare i libri dei riparti, “li libri delle imposte per le scosse delli aggravij, li mandati ed ogni altro conteggio per la comunità”, ma anche a conservare i registri dei debiti e crediti di cui la comunità stessa era titolare ed i registri dei catasti (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3063).
Ancora nel 1757, con la “Riforma al Governo della Comunità di Monza”, la comunità continuava a servirsi del “ragionatto” il quale, come il notaio, era tenuto ad assistere a tutte le assemblee e convocazioni della comunità (Riforma Monza, 1757; editto 30 settembre 1757).
ultima modifica: 03/04/2006
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