comune di Paullo sec. XVI - 1757
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune di Paullo, Vescovato superiore del contado di Lodi, contava circa 660 anime ed era amministrato da un console, tutore dell’ordine pubblico, eletto a pubblico incanto dall’assemblea di tutti i capi di casa convocata in pubblica piazza dal console in occasione della pubblicazione dei riparti annuali e del rinnovo delle cariche comunitarie; due sindaci, nominati rispettivamente uno dai maggiori estimati della comunità e l’altro dall’assemblea suddetta erano invece responsabili della ordinaria gestione degli affari della comunità.
Un cancelliere, residente in loco, ed un esattore, scelto con asta pubblica e rinnovato ogni tre anni, completavano l’apparato amministrativo: al cancelliere la comunità delegava la compilazione dei riparti annuali e la loro custodia con le altre pubbliche scritture; all’esattore affidava invece tutte le operazioni connesse alla riscossione dei suddetti riparti (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3046).
A metà del XVIII secolo il comune, infeudato dalla regia camera nel 1538 (Casanova 1930), era assistito un giudice feudale residente in Milano ma rappresentato in loco da un luogotenente al quale la comunità corrispondeva un salario, ed era sottoposto alla giurisdizione della città di Lodi: il console, in quanto tutore dell’ordine pubblico, era tenuto infatti ogni anno a prestare l’ordinario giuramento presso la banca criminale di Lodi (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3046).
ultima modifica: 13/10/2003
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