comune di Santa Maria in Prato sec. XVIII - 1757
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune di Santa Maria in Prato, Vescovado di Mezzo del contado di Lodi, contava 324 anime. L’apparato amministrativo del comune era costituito da un organo deliberativo formato dall’assemblea di tutti i capi di casa della comunità, convocata almeno una volta all’anno per la pubblicazione dei riparti e per il rinnovo delle cariche comunitarie, da un console, tutore dell’ordine pubblico, e da un deputato, responsabile dell’ordinaria amministrazione degli interessi della comunità, entrambi nominati ogni anno dalla suddetta assemblea secondo il comune criterio che affidava l’incarico ai candidati che si impegnavano a svolgere il servizio al minor costo.
Un cancelliere, residente in Casal Maiocco, ed un esattore, scelto con asta pubblica e nominato ogni tre anni da console e deputato, completavano l’apparato amministrativo: al cancelliere la comunità delegava la compilazione e ripartizione delle imposte, oltre alla custodia delle pubbliche scritture e dei libri dei riparti; all’esattore affidava invece tutte le operazioni connesse alla riscossione dei suddetti riparti.
A metà del XVIII secolo il comune, infeudato dal 1627 (Casanova 1930), era sottoposto alla giurisdizione del podestà feudale, nominato dal feudatario e residente in Milano ma rappresentato in loco da un luogotenente, ed alla giurisdizione del podestà di Lodi, presso la cui banca criminale il console era tenuto a prestare ogni anno l’ordinario giuramento (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3044).
ultima modifica: 13/10/2003
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