comune di Trezzano sec. XIII - 1757
L’esistenza di un ordinamento comunale è testimoniata da un documento datato 13 settembre 1263, trascritto negli “Atti del Comune di Milano” in cui Trezzano è citato come comune ed è segnalata la presenza del console (Baroni 1987).
Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Trezzano risulta incluso nella pieve di Pontirolo e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata da Gorgonzola” come “el locho da Drezano” (Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Trezzano risulta ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 38).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che l’apparato amministrativo del comune, che contava 314 anime, era costituito da un consiglio generale, formato dall’assemblea di tutti i capi di casa della comunità convocati almeno una volta all’anno dal console in occasione della ripartizione delle imposte e dell’elezione degli ufficiali del comune, a cui faceva riscontro un consiglio più ristretto, detto particolare, composto da due sindaci, ai quali, eletti ogni anno dai capi di casa, erano raccomandate l’amministrazione del patrimonio pubblico e, con la soprintendenza di un compossessore, anch’egli eletto ogni tre anni dal consiglio generale, la “vigilanza sopra la giustizia dei riparti annuali”.
Un cancelliere, residente in loco, ed un esattore, scelto ogni tre anni con asta pubblica, completavano l’apparato amministrativo: al cancelliere la comunità delegava la compilazione e ripartizione dei carichi fiscali e la custodia delle pubbliche scritture, all’esattore tutte le operazioni connesse alla riscossione delle imposte, esatte dopo essere state approvate e firmate dal sindaco e dal detto compossessore (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3066).
A metà del XVIII secolo il comune, già parte del feudo di Cassano d’Adda nel 1543 (Casanova 1930), era sottoposto alla giurisdizione di un podestà feudale, nominato dal feudatario e residente in Milano, ed a quella “di maggior magistrato” del vicario della Martesana: il console, in quanto tutore dell’ordine pubblico, era infatti tenuto ogni anno a prestare l’ordinario giuramento tanto presso l’ufficio feudale, “qual dal detto podestà si tiene nel borgo di Cassano sopra l’Adda”, quanto presso l’ufficio regio di Vimercate (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3066).
ultima modifica: 13/10/2003
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