comune di Vigloè sec. XVIII - 1757
Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Vigloè – detto anche Occhio – risulta incluso nella pieve di San Giuliano e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata da Melegnano” come “el locho da Ugiovo” (Compartizione delle fagie 1346).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune contava 108 anime ed era regolato da un organo deliberativo formato dall’assemblea di tutti i fittabili della comunità, convocata dal console almeno una volta all’anno in occasione della pubblicazione dei riparti annuali, e da un console: nominato a pubblico incanto dalla suddetta assemblea secondo il comune criterio che attribuiva l’incarico al candidato che si impegnava a svolgere tale servizio al minor costo, al console la comunità delegava compiti di polizia locale e di ordinaria amministrazione.
Un cancelliere, residente in Melegnano, ed un esattore, scelto con asta pubblica e nominato dall’assemblea dei fittabili, completavano l’apparato esecutivo: al cancelliere la comunità raccomandava la compilazione dei suddetti riparti, all’esattore tutte le operazioni connesse alla loro riscossione; la custodia delle scritture pubbliche della comunità era infine affidata al primo estimato.
A metà del XVIII secolo il comune era direttamente sottoposto alla giurisdizione del podestà di Milano, presso la cui banca criminale il console era tenuto ogni anno a prestare l’ordinario giuramento (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3069 e 3070).
Nel 1757, con la promulgazione dell’editto teresiano relativo alla compartimentazione territoriale dello stato di Milano, Vigloè veniva aggregato al comune di Viboldone, compreso nella medesima pieve (editto 10 giugno 1757).
ultima modifica: 13/10/2003
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