comune di Vimercate sec. XIII - 1757
L’esistenza di un ordinamento comunale è testimoniata da un documento datato 25 marzo 1259, trascritto negli “Atti del Comune di Milano” in cui Vimercate è citato come comune ed è segnalata la presenza del console (Manaresi 1919).
Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Vimercate risulta incluso ed indicato come capo della pieve omonima e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata da Vimarcate” come “el locho da Vimarchà”(Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Vimercate risulta ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 52).
Durante i primi decenni del secolo XVII un’evoluzione nelle strutture amministrative locali appare fatto assai diffuso in diverse comunità della Martesana, tra cui appunto Vimercate: sempre più diffusa si affermava infatti la tendenza ad affidare la responsabilità amministrativa a cerchie di cittadini sempre più ristrette. Nel 1614 l’assemblea generale degli uomini della comunità di Vimercate, organo deliberativo, demandava infatti la direzione della vita amministrativa locale ad un più ristretto consiglio formato da 30 membri, al quale la comunità delegava pieni poteri di rappresentanza e funzioni di nomina e di controllo fino ad allora esclusiva prerogativa dell’assemblea (Verbale del 1614).
Tale pratica di accentramento del potere decisionale nelle mani di una ristretta cerchia di persone rimaneva confermata ancora nel XVIII secolo.
Dal “Processo giustificativo delle tavole del nuovo estimo di Vimercate” del 1754 emerge infatti che il borgo era ancora regolato da un organo deliberativo, detto consiglio, composto da dodici reggenti, residenti in loco, il quale operava attraverso due sindaci, responsabili della gestione degli interessi ed affari della comunità, ed un console, per la tutela dell’ordine pubblico. Un cancelliere ed un esattore, scelto con asta pubblica e nominato dal consiglio, completavano l’organizzazione amministrativa del borgo: mentre al cancelliere erano raccomandate la compilazione e ripartizione dei carichi fiscali, all’esattore la comunità delegava tutte le operazioni connesse alla riscossione dei tributi. (Processi tavole d'estimo, 1751-1755, cart. 3267) .
La comunità, infeudata, era subordinata alla giurisdizione del podestà feudale, ed a quella “di maggior magistrato” del vicario della Martesana, con sede nel borgo stesso (Processi tavole d'estimo, 1751-1755, cart. 3267).
Secondo quanto esposto dal console nelle risposte ai processetti del 1720-21 – questionario distribuito a tutte le terre e borghi dello stato milanese in occasione della compilazione delle tavole d’estimo per il nuovo catasto – il borgo di Vimercate intorno ai primi decenni del XVIII secolo contava circa 1750 anime (Processetti 1720-21, cart. 3344).
ultima modifica: 10/12/2003
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