parrocchia di Santo Stefano maggiore sec. XV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Milano. Elencata alla metà del XV secolo tra le parrocchie di Porta Orientale nella città di Milano (Status ecclesiae mediolanensis) e ancora nel 1524 nella rubrica di tutte le parrocchie di Milano (Rubrica parrocchie città di Milano, 1524). Tra XVI e XVIII secolo la parrocchia di Santo Stefano maggiore è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili tra le parrocchie di Porta Orientale.
Nella “nota delle chiese, confraternite, scuole, conventi, monasteri ed oratorj” nel distretto delle parrocchie entro i confini censuari della Porta Orientale figuravano nel 1768 la chiesa parrocchiale di Santo Stefano maggiore; il luogo pio del Cavallino, il luogo pio di Santa Maria la Cova, il luogo pio di Santa Caerina da Siena, la scuola di Sant’Anna eretti nella parrocchiale; la scuola di San Bernardino dei Morti; la canonica di Santa Maria della Passione; il monastero di San Pietro in Gessate; il collegio di San Barnaba; il convento di Santa Maria della Pace; il regio collegio della Guastalla; il monastero di Santa Maria della Consolazione, detto della Stella; il monastero di Santa Caterina la Ruota; il monastero di San Filippo Neri; il monastero di Santa Prassede; la chiesa di San Michele arcangelo ai nuovi sepolcri; la chiesa di San Giuseppe in Borghetto; la confraternita di San Giovanni Battista al Gonfalone; la confraternita di Santa Maria della pace e concordia; il luogo pio di Santa Maria della Piietà presso San Barnaba (Elenco chiese città di Milano, 1768).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la chiesa prepositurale di Santo Stefano maggiore possedeva fondi per 409.14 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 9.029 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781); nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia collegiata di Santo Stefano assommava a lire 4.885.8.9 (la prepositura e parrocchiale), 1.788.5.10 (il canonicato e parrocchiale), 579.16 (la prima coadiutoria), 505.10 (la seconda coadiutoria), la nomina del titolare del beneficio spettava a Roma per la prepositura, all’ordinario per canonicato e coadiutorie (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Con il piano di riduzione delle parrocchie della città e dei Corpi Santi di Milano che ebbe pieno effetto dal 25 dicembre 1787 (avviso 16 novembre 1787), il distretto della chiesa parrocchiale di Santo Stefano maggiore comprendeva la contrada del Palazzo di giustizia, il vicolo di San Zeno, la contrada delle Tenaglie, il Corso di Porta Tosa, la contrada del Broglio, il vicolo di San Bernardino, la contrada della Signora e canonica di Santo Stefano, il Laghetto, la contrada del Laghetto, la piazza del Verzaro, le contrade di San Clemente, Larga, del’Ospedale, de’ Bergamini, la piazza Santo Stefano.
Nel 1805, con il piano napoleonico di concentrazione delle parrocchie nelle città principali del regno d’Italia, alla parrocchia di Santo Stefano maggiore venne unita la parrocchia di Santa Maria della sanità (decreto 22 giugno 1805).
All’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella città di Milano, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 2802; esistevano inoltre cinque coadiutorie d’ufficio; il clero era costituito dal preposto parroco e da undici sacerdoti complessivamente. I parrocchiani erano 8500; nel territorio parrocchiale esistevano le chiese e oratori di Santa Maria della Salute; San Bernardino; Sacra Famiglia all’oratorio; Immacolata Concezione; San Carlo e San Luigi, per i degenti dell’ospizio Trivulzio; Santa Maria Maddalena, delle canossiane; Maria Santissima del Carmine, delle terziarie teresiane; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, l’arciconfraternita dell’agonia, i consorzi di Maria Vergine Immacolata; Maria Vergine Addolorata; San Luigi; San Francesco; Sacra Famiglia. Era attivo infine il circolo popolare cattolico di Santo Stefano. La parrocchia era di nomina arcivescovile. La chiesa di San Bernardino alle Ossa era di regio patronato, con le pie unioni della Beata Vergine Addolorata e di San Lucio, dei fabbricanti di formaggio (Visita Ferrari, I, Milano).
Nel corso del XX secolo, la parrocchia di Santo Stefano è sempre stata inserita tra le parrocchie urbane della Porta I, o Porta Orientale con Porta Tosa e Porta Monforte, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), in seguito alla quale è stata attribuita al decanato del Centro B, nella zona pastorale I di Milano città.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Saverio Almini ]
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