parrocchia di San Giovanni Battista sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Milano. La “capella” di San Giovanni è citata nel 1398 tra quelle del plebato di Olgiate Olona (Notitia cleri 1398). Nel 1583 ad opera dell’arcivescovo Carlo Borromeo vi vennero trasferite le prerogative plebane già di Olgiate Olona. Gli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi e dai delegati arcivescovili tra XVI e XVIII secolo nella pieve di Busto Arsizio riportano costantemente gli atti relativi alla prepositurale di San Giovanni Battista. Busto Arsizio fu sede di vicariato foraneo dall’epoca post-tridentina al 1971.
Nel 1753, durante la visita dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nella pieve di Busto Arsizio, il numero dei parrocchiani era di 6000 di cui 4000 comunicati (Visita Pozzobonelli, Pieve di Busto Arsizio).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la prepositura di San Giovanni Battista di Busto Arsizio possedeva fondi per 478.14 pertiche; le tre porzioni curate di San Michele nella collegiata di San Giovanni Battista per 677.17 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era complessivamente di 5854 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della prepositura in cura d'anime di Busto assommava a lire 1042.9.2; la rendita netta del canonicato coadiutorale di Santa Maria a lire 1154.7.10; la rendita netta del primo canonicato porzionario di San Michele a lire 1144.9.9; la rendita netta del secondo canonicato porzionario di San Michele a lire 975.1.7; la rendita netta del canonicato in cura d'anime a lire 977.15.7; la nomina del titolare del beneficio prepositurale spettava a Roma; la nomina del titolare del beneficio coadiutorale di Santa Maria e del primo canonicato porzionario di San Michele all'ordinario; la nomina del titolare del beneficio del secondo canonicato porzionario di San Michele e del canonicato in cura d'anime all'ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nel 1901, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve di Busto Arsizio, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 860; il clero era costituito da un vicario spirituale, tre curati, due coadiutori, un direttore spirituale, un confessore, tre preti, un rettore dell’istituto salesiano, un rettore del Santuario di Santa Maria di Piazza, un coadiutore a San Giovanni, un coadiutore a San Michele e un sacrista coadiutore a San Michele. I parrocchiani erano 20008, compresi gli abitanti della frazione Cascina dei poveri; nel territorio parrocchiale esistevano le chiese di San Michele arcangelo, di Sant’Antonio abate, della Santa Croce, di San Marco e Gregorio, di San Rocco, della Santa Vergine Immacolata, dell’ospedale di San Giuseppe, della Cascina dei poveri, di San Bernardino e Beato Giuliano, di Santa Maria delle Grazie, il santuario di Santa Maria Assunta e gli oratori della Beata Vergine Immacolata e di San Paolo. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Pieve di Busto Arsizio).
Nel corso del XIX e XX secolo, la parrocchia prepositurale di San Giovanni Battista di Busto Arsizio rimase sempre sede vicariale, nella regione III della diocesi; con la revisione della struttura territoriale attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326) è stata attribuita al decanato di Busto Arsizio nella zona pastorale IV di Rho.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Rocco Marzulli ]
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