parrocchia di San Martino 1602 - [1989]
Parrocchia della diocesi di Milano. La chiesa di San Martino di Castello risulta elencata tra le dipendenze della pieve di Porlezza fin dal XIII secolo (Liber notitiae). Fu separata dalla matrice di San Mamete il 22 giugno 1602 dall’arcivescovo Federico Borromeo, come da imbreviature conservate nella cancelleria arcivescovile di Milano (ASDMi, Sez. X, Visite Pastorali, Pieve di Valsolda, vol. 18, f. 190; Registro parrocchie e canonicati diocesi di Milano, 1502; DCA, Valsolda). Fu, per decananza, la prima parrocchia dopo la matrice di San Mamete (Mantegazza 1960). Fondata nella pieve di Porlezza, passò alle dipendenze della pieve di Valsolda nel 1640, quando l’arcivescovo Cesare Monti smembrò la pieve di Porlezza, erigendo la Valsolda in vicariato foraneo autonomo e la chiesa di San Mamete venne considerata plebana (Palestra 1984).
Nel 1745, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nella pieve di Valsolda, nella chiesa parrocchiale di San Martino di Castello in Valsolda si aveva la “sodalitas” del Santissimo Sacramento, annessa all’altare maggiore, approvata dall’arcivescovo Giuseppe Archinti, come dagli atti redatti nella curia metropolitica il giorno 10 novembre 1701. Il numero dei parrocchiani era di circa 200. Entro i confini della parrocchia di Castello esisteva l’oratorio dedicato al Santissimo nome della Beata Vergine Maria in località Muzzaglio (Visita Pozzobonelli, Tre Valli Svizzere e Valsolda).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di San Martino di Castello non possedeva fondi; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 114 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). La parrocchia di Castello in quanto parte della pieve della Valsolda era feudo della mensa arcivescovile e non era quindi subordinata ai regolamenti generali del governo di Milano.
Nel 1895, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve di San Mamete, la rendita netta del beneficio parrocchiale assommava a lire 430.64. Entro i confini della parrocchia di Castello Valsolda esistevano gli oratori della Beata Vergine Addolorata e del Santissimo Nome di Maria in Muzzaglio. Nella chiesa parrocchiale di San Martino vescovo di Castello Valsolda non si avevano confraternite; c’era solo un’associazione per l’accompagnamento del Santissimo Sacramento nelle pubbliche funzioni. Il numero dei parrocchiani era di 160 (Visita Ferrari, I, Pieve di San Mamete).
Nel XIX e XX secolo la parrocchia di San Martino di Castello è sempre stata inclusa nella pieve e nel vicariato foraneo di San Mamete, nella regione II della diocesi, fino alla revisione della struttura territoriale attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando è stata attribuita al decanato di Porlezza nella zona pastorale III di Lecco.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Alessandra Baretta ]
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