pieve dei Santi Pietro e Paolo sec. XIII - 1971
Pieve della diocesi di Milano. Primaluna aveva giurisdizione, oltre che sulla Valsassina, anche sulla Valle Averara, sulla Val Taleggio e sulla Valtorta. Fu per diverso tempo, nel Medioevo, feudo degli arcivescovi di Milano e la nobile famiglia dei Della Torre, signori di Milano, esercitò nella Valsassina il potere amministrativo per conto degli arcivescovi (DCA, Valsassina).
All’inizio del XIII secolo il collegio canonicale di Primaluna comprendeva sei canonicati e nella pieve esistevano sette cappellanie curate: San Giorgio in Cremeno, Santa Maria Assunta in Taceno, San Bartolomeo in Margno, San Dionigi in Premana, Santa Brigida in Valle Averara, Santa Maria Assunta in Valtorta e Sant’Ambrogio in Pizzino di Val Taleggio. Il prevosto di Primaluna, unico parroco della Valsassina, aveva il diritto di nomina dei cappellani delle chiese sottoposte alla sua giurisdizione plebana (DCA Valsassina).
Alla fine del XIII secolo l’autore del Liber notitiae sanctorum Mediolani attribuiva al territorio della pieve di Primaluna le chiese di Sant’Andrea di Baiedo; Sant’Alessandro di Barzio; San Lorenzo di Cortabbio; Santa Maria di Concenedo; Sant’Ambrogio di Cortenova; San Martino di Indovero; San Bartolomeo di Margno; San Francesco di Moggio; Santa Brigida di Narro; Sant’Andrea, San Michele di Pagnona; Sant’Eusebio di Pasturo; Sant’Antonio abate di Parlasco; San Dionigi di Premana; Santa Margherita di Somadino; Santa Maria di Taceno; San Michele di Introbio; Santa Brigida di Averara; Santi Simone e Giuda di Monte Averara; San Giacomo Zebedeo di Peghera; San Bartolomeo di Vedeseta; Santa Maria di Valtorta; San Giovanni Battista in Valtorta (Liber notitiae).
I cappellani delle chiese sottoposte alla giurisdizione plebana di Primaluna furono nominati, fino all’epoca del Concilio di Trento, dal prevosto della capopieve (DCA, Valsassina).
Nel 1406 fu eretta la parrocchia di San Michele di Introbio; nel 1456 quella di Santa Margherita di Cusio,e quella di Sant’Ambrogio di Orniga; nel 1472 quella di San Giovanni Battista di Mezzoldo; nel 1490 quella dei Santi Protaso e Gervaso di Cortenova; nel 1494 quella di San Pietro di Olda e quella di San Giovanni Battista di Sottochiesa e nel 1498 quella di San Martino di Indovero e Narro (DCA, Valsassina).
Nel XV secolo la pieve comprendeva dieci cappelle (Status ecclesiae mediolanensis).
Nel 1564 la canonica di Primaluna risultava composta dalla prepositura e da tre canonicati. La pieve comprendeva, oltre alla chiesa prepositurale, le rettorie di Sant’Alessandro di Barzio, di San Dionigi di Premana, di San Martino e Gottardo di Indovero, di San Vincenzo di Pasturo, di San Bartolomeo di Margno, di Sant’Andrea di Pagnona, di Santa Maria di Taceno, di San Giorgio di Cremeno, dei Santi Gervasio e Protasio di Cortenova, di San Michele di Introbio, di San Giovanni Battista di Sottochiesa, di San Pietro di Olda, di San Giacomo di Peghera (Liber seminarii 1564).
Negli atti della visita pastorale di Carlo Borromeo del 1566 figurano costituite nella pieve di Primaluna, oltre alla prepositurale dei Santi Pietro e Paolo, le parrocchie di Sant’Antonio di Introbio, di San Bartolomeo di Margno, dei Santi Gervasio e Protasio di Cortenova, di San Giorgio di Cremeno, di San Martino di Indovero e Narro, di Santa Brigida e San Giacomo di Averara, di Sant’Ambrogio di Pizzino, di San Giacomo di Peghera, di Sant’Alessandro di Barzio, di Sant’Andrea di Pagnona, di San Dionigi di Premana, di San Giovanni Battista di Mezzoldo, dell’Assunzione di Maria in Valtorta, di Santa Margherita di Cusio, di Sant’Ambrogio di Ornica, di Giovanni Battista di Sottochiesa, di San Pietro di Olda (ASDMi, Sezione X, Visite Pastorali, Pieve di Valsassina, vol. 38).
Carlo Borromeo inoltre ridimensionò i diritti e i privilegi della chiesa di Primaluna nei confronti delle chiese della Valle Averara, della Valtorta, della Val Taleggio e della Valsassina (DCA, Valsassina).
Con la sistemazione dei confini diocesani tra Bergamo e Milano voluti dall’imperatore Giuseppe II, nel 1787 undici parrocchie della pieve di Primaluna furono staccate e passarono alla diocesi di Bergamo: Santa Maria Assunta e Santa Brigida di Valtorta, San Giacomo di Averara, San Bartolomeo di Cassiglio, Santa Margherita di Cusio, Sant’Ambrogio di Ornica, San Giovanni Battista di Mezzoldo, Sant’Ambrogio di Pizzino, San Giovanni Battista di Sottochiesa, Santi Pietro e Paolo di Olda e San Giacomo di Peghera. Rimase legata a Primaluna Sant’Antonio abate di Vedeseta (DCA, Valsassina).
Dall’epoca post-tridentina alla struttura plebana della diocesi si affiancò quella vicariale: il vicariato di Primaluna, coincidente con l’ambito territoriale della pieve, era inserito nella regione forense V.
Nel XIX e XX secolo la pieve di San Pietro di Primaluna è sempre stata inclusa nella regione V, fino ai decreti arcivescovili che hanno rivisto la struttura territoriale della diocesi (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), in seguito ai quali le parrocchie che ne avevano fatto parte furono attribuite al decanato di Primaluna, nella zona pastorale III di Lecco.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Alessandra Baretta ]
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