pieve dei Santi Mamete e Agapito sec. XVII - 1971
Pieve della diocesi di Milano. Il territorio della Valsolda costituiva originariamente parte della pieve di Porlezza. Esso fu sottoposto alla signoria temporale degli arcivescovi di Milano probabilmente dall’epoca della guerra decennale tra Como e Milano, come afferma l’autore del “De bello Mediolanensium adversus Comenses liber cumanus” (Amerio 1970), ovvero fin dal X secolo, a seguito di una donazione di Ottone I all’arcivescovo Valperto (Palestra 1984; Mantegazza 1958). La signoria degli arcivescovi milanesi durò fino al 1783, anno della morte di Giuseppe Pozzobonelli, quando il feudo passò alla Regia Camera (DCA, Valsolda).
La signoria temporale dei presuli milanesi sulla Valsolda ebbe una sola interruzione tra il 1527 e il 1531, quando Gian Giacomo Medici detto il Medeghino costituì un dominio comprendente le Tre Pievi (cioè Gravedona, Dongo e Sorico), la comunità generale di Lecco, la Valsassina, la pieve di Porlezza e la Valsolda (Amerio 1970). Il 29 maggio 1531 Francesco II Sforza diede ordine di riconsegnare all’arcivescovo di Milano il possesso e la giurisdizione della Valsolda (ASDMi, Sezione X, Visite Pastorali, Pieve della Valsolda, vol. 36).
Intorno al X secolo, la Valsolda doveva già avere un rettore residente a San Mamete, di cui il preposito e il capitolo di Porlezza avocavano la nomina (Mantegazza 1958; Palestra 1984).
Nel corso del XIII secolo si diffuse in Valsolda l’eresia dei Catari, combattuta duramente dalla confraternita dei Crocesignati, intitolata al santo martire Pietro da Verona (Palestra 1984).
Alla fine del XIII secolo l’autore del Liber notitiae sanctorum Mediolani attribuiva al territorio della pieve di San Mamete le chiese di San Mamete, Santa Maria di Puria, San Martino di Castello, San Nicolao di Cressogno, Santa Margherita di Oria (Liber notitiae).
Il 9 luglio 1300, dinnanzi alla curia arcivescovile di Milano, insorse una contestazione tra la Valsolda e il capitolo di San Vittore di Porlezza in occasione della presentazione di un titolare al beneficio e rettoria della chiesa “Sancti Mametis Vallisoldi Mediolanensis Dioecesis ad mediolanensem archiepiscopatum in spiritualibus et temporalibus pertinentis”, rimasti vacanti (Mantegazza 1958; ASDMi, Sezione X, Visite Pastorali, Pieve della Valsolda, vol. 36)
Nonostante la probabile erezione di San Mamete in parrocchia nel corso del XIV secolo, il prevosto di Porlezza continuava a riscuotere le decime anche in Valsolda (Palestra 1984). Negli atti della visita pastorale del 1455 compiuta nella pieve di Porlezza dall’arcivescovo Gabriele Sforza, la Valsolda, feudo vescovile, non era nominata (DCA, Porlezza).
Negli atti della visita pastorale compiuta nel 1606 dall’arcivescovo Federico Borromeo, nella pieve della Valsolda risultavano costituite le parrocchie di San Mamete, capopieve, Puria e Castello, e figuravano inoltre le chiese di San Bartolomeo di Loggio, San Simone di Drano, Sant’Ambrogio di Albogasio Superiore, Annunciazione della Beata Vergine Maria di Albogasio Inferiore, Santi Rocco, Sebastiano e Silvestro di Oria, San Nicolao di Cressogno, San Bernardino di Dasio (ASDMi, Sezione X, Visite Pastorali, Pieve della Valsolda, vol. 18).
Nel 1640 l’arcivescovo Cesare Monti smembrò la pieve di Porlezza erigendo la Valsolda in vicariato foraneo autonomo. La chiesa di San Mamete venne considerata plebana (Palestra 1984). La pieve della Valsolda faceva allora capo alle parrocchie di Castello, Puria, Albogasio, San Mamete (DCA, Valsolda).
Il vicariato, coincidente con l’ambito territoriale della pieve, era inserito nella regione forense II della diocesi.
Nel corso del XVII secolo furono erette le nuove parrocchie di Albogasio (1628), Loggio con Drano (1647), Cressogno (1683) (DCA, Valsolda).
Al principio del XIX secolo fu aggregata alla pieve e vicariato della Valsolda anche la parrocchia di Campione d’Intelvi, subordinata fino al 1797 alla signoria spirituale e temporale dell’abate di Sant’Ambrogio di Milano. Con l’aggregazione di Campione, nel territorio della Valsolda rimase incluso, oltre al santuario della Madonna della Caravina di Cressogno anche quello della Madonna dei Ghirli, nel territorio di Campione (DCA, Valsolda).
Nel 1945 la parrocchia di Campione fu elevata a sede prepositurale in luogo e la Valsolda rimase con sei parrocchie e circa 1600 anime (DCA, Valsolda).
Tra XIX e XX secolo la pieve dei Santi Mamete e Agapito è sempre stata inclusa nella regione II, fino ai decreti arcivescovili che hanno rivisto la struttura territoriale della diocesi, (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326) in seguito ai quali le parrocchie che ne avevano fatto parte furono attribuite al decanato di Porlezza.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Alessandra Baretta ]
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