pieve di San Niccolò 1584 - 1971
Pieve della diocesi di Milano. Il trasferimento della sede plebana e della dignità prepositurale dalla chiesa dei Santi Gervaso e Protaso di Castello, ridotta a cappellania, a quella di San Niccolò di Lecco avvenne nel XVI secolo ad opera di Carlo Borromeo; il 23 agosto 1584 si ebbe la traslazione del capitolo canonicale, sempre per volontà di Carlo Borromeo (Palestra 1984).
Nel 1592 nella pieve esistevano dodici chiese curate, delle quali soltanto due erano rette da sacerdoti titolari, mentre nelle rimanenti si avevano sacerdoti “mercede conductis” (Visitatio ad limina 1592).
Negli atti delle visite pastorali compiute tra XVI e XVIII secolo dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili, nella pieve figuravano costituite le parrocchie di San Niccolò di Lecco, capopieve; Acquate; Ballabio Superiore; Brumano; Castello; Germanedo; Laorca; Maggianico; Malgrate; Morterone; Olate; San Giovanni alla Castagna.
Dall’epoca post-tridentina alla struttura plebana della diocesi si affiancò quella vicariale: il vicariato di Lecco, coincidente con l’ambito territoriale della pieve, era inserito nella regione forense V.
Nel XIX e XX secolo la pieve di San Niccolò di Lecco, al cui interno si formarono, nel tempo, le nuove parrocchie di Ballabio Inferiore; Belledo; Bonacina; Chiuso; San Francesco d’Assisi, San Giuseppe di Lecco; Pescarenico; Pescate, è sempre stata inclusa nella regione V, fino ai decreti arcivescovili che hanno rivisto la struttura territoriale della diocesi (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), in seguito ai quali le parrocchie che ne avevano fatto parte furono attribuite al decanato di Lecco.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Alessandra Baretta ]
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