parrocchia di Sant'Antonio abate sec. XV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Milano. In origine fungeva da parrocchiale di Vedeseta la chiesa di San Bartolomeo apostolo, situata ai confini tra la giurisdizione milanese e quella di Venezia (Visita Pozzobonelli, Pieve di Valsassina), e elencata tra le dipendenze della pieve di Valsassina fin dal XIII secolo (Liber notitiae). Nel 1442 Francesco Pizzolpasso l’avrebbe staccata da Pizzino ed eretta in rettoria, con diritto per gli abitanti di eleggere il proprio parroco (Cazzani 1984). Il 19 ottobre 1566 il titolo di parrocchiale passò alla nuova chiesa di Sant’Antonio abate, in occasione della visita pastorale dell’arcivescovo Carlo Borromeo, come risultava da un atto rogato da Giovanni Pietro Scotti, notaio della curia arcivescovile di Milano. Nell’occasione dell’erezione della nuova parrocchiale fu conservato il diritto di nomina del parroco da parte della comunità di Vedeseta (Visita Pozzobonelli, Pieve di Valsassina, Valle Averara e Val Taleggio). Dal XVI al XVIII secolo la parrocchia di Vedeseta, a cui era preposto il vicario foraneo della Val Averara, è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi e dai delegati arcivescovili nella pieve di Valsassina, inserita nella regione V della diocesi.
Nel 1754, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nella pieve di Valsassina, nella parrocchia di Vedeseta si avevano le confraternite del Santissimo Sacramento e del Santissimo Rosario, entrambe canonicamente erette nella chiesa parrocchiale, e la confraternita dei Morti istituita nella chiesa di San Bartolomeo. Entro i confini della parrocchia di Vedeseta esistevano l’antica chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, gli oratori dei Santi Giovanni Battista e Caterina, di Sant’Ambrogio e di Santa Maria della Neve nella località di Avolasio, di Sant’Antonio di Padova nella località detta Regetto e della Beata Vergine Annunziata e di San Vincenzo nella località detta Lavina (Visita Pozzobonelli, Pieve di Valsassina, Valle Averara e Val Taleggio). Nel 1787, con la sistemazione dei confini diocesani tra Bergamo e Milano voluti dall’imperatore Giuseppe II, undici parrocchie della pieve di Primaluna, situate nella Valle Averara, nella Val Taleggio e nella Valtorta, furono staccate dalla diocesi di Milano e passarono alla diocesi di Bergamo, a eccezione di Vedeseta (DCA, Valsassina).
Tra gli anni 1754 e 1764 Vedeseta passò dal vicariato della Val Taleggio a quello di Primaluna, come risulta dall'annuario della diocesi di Milano dell'anno 176.
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di Sant’Antonio abate di Vedeseta non possedeva fondi; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 539 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Vedeseta assommava a lire 721.5; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava alla comunità (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nel 1896, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve di Primaluna, la rendita netta del beneficio parrocchiale assommava a lire 459.14. Entro i confini della parrocchia di Vedeseta esistevano gli oratori di Sant’Ambrogio in Avolasio, di Sant’Antonio di Padova in Regetto, di San Vincenzo levita in Lavina, di San Bartolomeo apostolo, dei Poveri Morti e di San Giovanni Battista. Nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio abate di Vedeseta si aveva la confraternita del Santissimo Sacramento, la Congregazione dei Terziari francescani e la Compagnia di San Luigi Gonzaga. Il numero dei parrocchiani era di 700 (Visita Ferrari, I, Pieve di Primaluna).
Nel XIX e XX secolo la parrocchia di Sant’Antonio abate di Vedeseta è sempre stata inclusa nella pieve e nel vicariato foraneo di Primaluna, nella regione V della diocesi, fino alla revisione della struttura territoriale attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando è stata attribuita al decanato di Primaluna nella zona pastorale III di Lecco.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Alessandra Baretta ]
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