parrocchia di Sant'Antonino martire sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Milano. Tra XVI e XVIII secolo, la parrocchia di Sant’Antonino è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Carnago.
Nel 1747, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia di Sant’Antonino di Lozza era costituito dal solo parroco e da un sacerdote cappellano mercenario; per il popolo, che assommava a 520 anime complessive, di cui 367 comunicati, era istituita la scuola della dottrina cristiana; nella parrocchiale era costituita la confraternita del Santissimo Sacramento, eretta dall’arcivescovo Federico Visconti il 30 settembre 1690 e confermata nel 1704 da Giuseppe Archinti, con facoltà per gli ascritti di indossare l’abito di colore rosso; esisteva inoltre, unita alla precedente, la società dei cinturati sotto il patrocinio della Beata Maria Vergine, istituita per privilegio concesso dal padre generale dell’Ordine dei frati eremiti di Sant’Agostino il 14 agosto 1689. Nel territorio della parrocchia, oltre alla chiesa di Sant’Antonino, esistevano gli oratori della Beata Vergine Maria Immacolata Concezione o Madonna in Campagna; Santa Caterina in Gornate Superiore; San Michele; Santi Nazaro e Celso (Visita Pozzobonelli, Pieve di Carnago).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di Lozza possedeva fondi per 98.21 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 296 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Lozza assommava a lire 658.6.8; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
All’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Carnago, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 827; il clero era costituito dal parroco e da un coadiutore. I parrocchiani erano 886, compresi gli abitanti delle frazioni Caronno Corbellaro e Gornate Superiore; nel territorio parrocchiale esistevano le chiese e oratori di Santa Caterina vergine e martire, Santa Croce, Madonna Immacolata, San Michele; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, la pia unione delle Figlie di Maria, la compagnia di San Luigi Gonzaga, i Terziari francescani; si trovava invece estinta la confraternita della Madonna della Cintura di Santa Monica e di Sant’Agostino, già aggregata all’arciconfraternita di Bologna. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Pieve di Carnago).
Nel XIX e XX secolo, la parrocchia di Sant’Antonino di Lozza è sempre stata inserita nella pieve di Castelseprio in Carnago e vicariato foraneo di Carnago, nella regione III, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Varese, nella zona pastorale II di Varese; con decreto 2 maggio 1974 dell’arcivescovo Giovanni Colombo fu aggregata al decanato di Azzate (decreto 2 maggio 1974) (RDMi 1974).
ultima modifica: 04/01/2007
[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]
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