parrocchia dei Santi Pietro e Paolo sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Milano. La chiesa di San Pietro o dei Santi Pietro e Paolo fu fondata presumibilmente nel XII secolo. Brebbia fu capopieve e conservò il collegio canonicale fino alla traslazione della sede plebana a Besozzo, avvenuta con atto del 6 ottobre 1574. Da tale data San Pietro rimase chiesa parrocchiale semplice, inclusa nella pieve di Besozzo.
Tra XVI e XVIII secolo, la parrocchia di San Pietro di Brebbia è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Besozzo.
Nel 1748, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia dei Santi apostoli Pietro e Paolo era costituito dal solo parroco e da un altro sacerdote beneficiario; per il popolo, che assommava a 912 anime complessive, di cui 720 comunicati, era istituita la scuola della dottrina cristiana; nella parrocchiale era costituita la confraternita del Santissimo Sacramento, eretta dall’arcivescovo Carlo Borromeo nel 1574, confermata il 24 aprile 1692 da Federico Visconti con facoltà di indossare l’abito, i cui ascritti seguivano le regole dettate da san Carlo. Nel territorio della parrocchia, oltre alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, esisteva l’ oratorio di San Michele in Malgesso (Visita Pozzobonelli, Pieve di Besozzo).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di San Pietro di Brebbia possedeva fondi per 250.5 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 957 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Brebbia assommava a lire 1063.15; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nel 1898, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Besozzo, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 500; il clero era costituito dal parroco. I parrocchiani erano 2100, compresi gli abitanti delle frazioni Brebbia superiore, Piona e Ronchedo, Molino Nuovo, Ghigerina, Bozza del Lago; nel territorio parrocchiale esistevano gli oratori della Beata Vergine Addolorata e di San Rocco; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, la pia unione delle Figlie di Maria e la Compagnia di San Luigi Gonzaga. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Pieve di Besozzo).
Nel XIX e XX secolo, la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Brebbia è sempre stata inserita nella pieve e vicariato foraneo di Besozzo, nella regione II, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Besozzo, nella zona pastorale II di Varese.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]
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