parrocchia della Purificazione di Maria Vergine sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Milano. La chiesa di Cocquio è attestata come “capella” alla fine del XIV secolo nella pieve di Brebbia (Notitia cleri 1398) e come “rettoria” di Santa Maria della Purificazione nel 1564 (Liber seminarii 1564), sempre nella pieve di Brebbia. Tra XVI e XVIII secolo, la parrocchia della Purificazione di Maria Vergine è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Besozzo. In data 9 febbraio 1649 fu eretta una porzione curata in Cocquio (Registro parrocchie e canonicati diocesi di Milano, 1502).
Nel 1748, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia della Purificazione della Beata Vergine Maria era costituito dal solo parroco; per il popolo, che assommava a 304 anime complessive, di cui 232 comunicati, era istituita la scuola della dottrina cristiana; nella parrocchiale era costituita la confraternita del Santissimo Sacramento, eretta il 2 maggio 1721, i cui ascritti avevano facoltà dal 1722 di portare l’abito di colore rosso. Nel territorio della parrocchia, oltre alla chiesa della Purificazione della Beata Maria Vergine, esisteva l’oratorio dell’Immacolata Concezione della Beata Maria Vergine (Visita Pozzobonelli, Pieve di Besozzo).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di Santa Maia di Cocquio possedeva fondi per 166.22 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 600 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Cocquio assommava a lire 759.16.8; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nel 1898, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Besozzo, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 584,72; il clero era costituito dal parroco. I parrocchiani erano 1130 circa, compresi gli abitanti delle frazioni di Boni e Molino; nel territorio parrocchiale esisteva l’oratorio dell’Immacolata; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, la pia unione delle Figlie di Maria e la compagnia di San Luigi Gonzaga, e la Pia unione della Sacra Famiglia. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Pieve di Besozzo).
Nel XIX e XX secolo, la parrocchia della Purificazione di maria Vergine di Cocquio è sempre stata inserita nella pieve e vicariato foraneo di Besozzo, nella regione II, fino al 1907, quando è stata attribuita al vicariato foraneo di Gavirate; in seguito alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326), fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Besozzo, nella zona pastorale II di Varese.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]
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