parrocchia di San Giovanni evangelista sec. XV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Milano. La chiesa di Gavirate è attestata come “capella” alla fine del XIV secolo nella pieve di Brebbia (Notitia cleri 1398) e come “rettoria” nel 1564 (Liber seminarii 1564), sempre nella pieve di Brebbia.
La parrocchia si costituì probabilmente tra la fine del XV secolo e i primi anni del secolo successivo. Viene considerato come primo parroco della chiesa di Gavirate Pietro Clerici, già rettore nel 1494. In precedenza però, in un documento del 1485, appare citato il “presbiter De Vigle”, come cappellano della chiesa dei Santi Giovanni e Giorgio di Gavirate. Nel 1510 il testamento di Giovanni Stefano "de Cardana" cita nella chiesa di San Giovanni e Giorgio un altare dedicato a Sant’Antonio, in cui viene prescritta la celebrazione di sei messe annuali e una settimanale. Il prete responsabile della chiesa viene definito 'rettore' o 'presbitero parrocchiano'. La parrocchia fu visitata nel 1574 da san Carlo Borromeo. Per quell’occasione il nuovo giovane parroco, Francesco Prando, aveva predisposto lo stato d’anime. Vi erano in Gavirate 37 focolari, con 190 anime. 27 focolari, con 146 anime, esistevano ad Armino, mentre a Fignano vi erano 25 focolari e 145 anime. Tra XVI e XVIII secolo, la parrocchia di San Giovanni evangelista è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Besozzo.
Nel 1748, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia di San Giovanni evangelista di Gavirate era costituito dal parroco e da altri quattro sacerdoti residenti; per il popolo, che assommava a 825 anime complessive, di cui 540 comunicati, era istituita la scuola della dottrina cristiana; nella parrocchiale era costituita la confraternita del Santissimo Sacramento, eretta dall’arcivescovo Carlo Borromeo. Nel territorio della parrocchia, oltre alla chiesa di San Giovanni evangelista, esistevano l’oratorio di Santa Marta, presso il quale svolgeva il proprio culto il sodalizio dei disciplini o di Santa Marta, esistente alla data del 6 maggio 1220 e confermato dall’arcivescovo Carlo Borromeo il 6 ottobre 1574, l’oratorio di San Carlo, di patronato del nobile Enrico Bisuschio, l’oratorio della Santissima Trinità (Visita Pozzobonelli, Pieve di Besozzo).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la cura di San Giovanni di Gavirate possedeva fondi per 218.1 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 1097 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Gavirate assommava a lire 1386.4.3; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nel 1898, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Besozzo, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 735,89; il clero era costituito dal parroco. I parrocchiani erano 330, compresi gli abitanti delle frazioni Fignano, Pozzolo, Armine, Ca’ de’ Monti; nel territorio parrocchiale esistevano gli oratori della Trinità, di San Carlo, di Santa Marta; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, la pia unione delle Figlie di Maria e la compagnia di San Luigi Gonzaga, del Sacro Cuore e dei Terziari francescani. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Pieve di Besozzo).
Nel XIX e nei primi anni del XX secolo, la parrocchia di San Giovanni evangelista di Gavirate è sempre stata inserita nella pieve e vicariato foraneo di Besozzo, nella regione II, fino al 1907, quando fu elevata al rango di vicaria foranea; in seguito alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Besozzo, nella zona pastorale II di Varese.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]
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