parrocchia dell'Invenzione di Santo Stefano protomartire sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Milano. La chiesa di Mombello è attestata come “capella” alla fine del XIV secolo nella pieve di Leggiuno (Notitia cleri 1398) e come “rettoria” di Santo Stefano nel 1564 (Liber seminarii 1564), sempre nella pieve di Leggiuno. Secondo un accertamento effettuato dal commissario imperiale Giovanni Paolo Maldotto, nel 1537 a Mombello vi sarebbero stati 15 fuochi, con due famiglie nobiliari. Il paese risultava il più abitato della pieve, in quanto Leggiuno, capopieve, aveva solo 13 fuochi. I fuochi a Mombello divennero 65 all’epoca della visita di Leonetto Chiavone, che trovò il paese affidato a un cappellano curato, “Nicolinus Mediantus”. San Carlo Borromeo visitò Mombello nel 1574 e nel 1581. A quell’epoca la cura d’anime del paese era affidata a Battista Asconino, originario di Ascona e parroco probabilmente dal 1570 al 1575 (Antonello 1984). Tra XVI e XVIII secolo, la parrocchia di Santo Stefano di Mombello è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Leggiuno.
Nel 1748, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia di Santo Stefano di Mombello era costituito dal parroco e da altri due sacerdoti; per il popolo, che assommava a 745 anime complessive, di cui 500 comunicati, era istituita la scuola della dottrina cristiana; nella parrocchiale era costituita la confraternita del Santissimo Sacramento, eretta dall’arcivescovo Carlo Borromeo nel 1574, unita alla confraternita del Santissimo Rosario eretta a sua volta il 28 giugno 1686, i cui ascritti seguivano le regole dettate da san Carlo e avevano facoltà di portare l’abito di colore ceruleo. Nel territorio della parrocchia, oltre alla chiesa di Santo Stefano, esistevano gli oratori della Beata Maria Vergine della Corte e di San Michele (Visita Pozzobonelli, Pieve di Leggiuno).
Verso la fine del XVIII secolo, nella tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Mombello assommava a lire 1093.15; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nel 1896, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Leggiuno, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 937,07; il clero era costituito dal parroco e da un coadiutore. I parrocchiani erano 1960, compresi gli abitanti delle frazioni Ponte, Chiso, Profarè, Corbiera, Erta, Rebughino, Vigano, Casaneva, Rocca Convale, Capo di Sotto, Corte e Corbella, Casarico, Bostano, Canto De Ambrosio, Castello; nel territorio parrocchiale esistevano le chiese e oratori di Santa Maria e della Purificazione di Maria Vergine; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, la compagnia di San Luigi Gonzaga, maschile e femminile, i Terziari francescani, la Lega del Sacro Cuore di Gesù. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Pieve di Leggiuno).
Nel XIX e XX secolo, la parrocchia dell’Invenzione di Santo Stefano di Mombello è sempre stata inserita nella pieve e vicariato foraneo di Leggiuno; in seguito alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Besozzo, nella zona pastorale II di Varese.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]
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