parrocchia di San Martino sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Milano. La chiesa di Carnago è attestata come “capella” alla fine del XIV secolo nella pieve di Castelseprio (Notitia cleri 1398) e come “rettoria” di San Martino nel 1564 (Liber seminarii 1564), sempre nella pieve di Castelseprio. A causa della decadenza della collegiata plebana di San Giovanni evangelista di Castelseprio, l’arcivescovo Carlo Borromeo decise di trasportare la collegiata e le funzioni di capopieve da Castelseprio a Carnago. Il passaggio avvenne il 25 luglio 1582. Tra XVI e XVIII secolo, la parrocchia prepositurale di San Martino è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Carnago.
Nel 1747, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia prepositurale di San Martino di Carnago era costituito dal preposto parroco e vicario foraneo, da un coadiutore in cura d’anime, da uno scolastico, da undici canonici e da tre chierici; per il popolo, che assommava a 747 anime complessive, di cui 550 comunicati, era istituita la scuola della dottrina cristiana; nella parrocchiale era costituita la confraternita del Santissimo Sacramento, eretta dall’arcivescovo Carlo Borromeo; esisteva inoltre il sodalizio del Santissimo Rosario, eretto da Federico Borromeo, i cui ascritti seguivano le regole dettate da san Carlo, unita alla confraternita del Santissimo Sacramento; si ritrovava anche la congregazione della fabbrica, esistente già nel 1621. Nel territorio della parrocchia, oltre alla chiesa di San Martino, esistevano gli oratori di San Rocco e di Sant’Antonio di Padova in Carbonolo, e la chiesa diruta di San Giovanni evangelista in Castel Seprio, già collegiata e plebana (Visita Pozzobonelli, Pieve di Carnago).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la prepositura di San Martino di Carnago possedeva fondi per 381.19 pertiche, e la coadiutoria 13.23; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 1187 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della prepositurale in cura d’anime di Carnago assommava a lire 1636.5.4; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava a Roma, la coadiutoria 398.6.8, ed era di nomina dell’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nel 1897, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Carnago, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 1701.27; il clero era costituito dal parroco e e da un supplente coadiutore. I parrocchiani erano 1800, compresi gli abitanti delle frazioni di Borghetto, Cattani, Stribiana, Solaro, Carboneli; nel territorio parrocchiale esistevano le chiese e oratori di San Rocco, Immacolata, Annunciazione; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, la pia unione delle Figlie di Maria e la compagnia di San Luigi Gonzaga. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Pieve di Carnago).
Nel XIX e XX secolo, la parrocchia prepositurale di Carnago è sempre stata sede vicariale, nella regione III, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Varese, nella zona pastorale II di Varese; con decreto 2 maggio 1974 dell’arcivescovo Giovanni Colombo fu aggregata al decanato di Carnago (decreto 2 maggio 1974) (RDMi 1974).
ultima modifica: 04/01/2007
[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]
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