parrocchia di San Vittore martire sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Milano. Tra XVII e XVIII secolo, la parrocchia prepositurale di San Vittore è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Varese.
Nel 1755, durante la visita dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nella pieve di Varese, nella parrocchia prepositurale e collegiata di San Vittore di Varese il clero era costituito dal prevosto e da diciotto canonici; per il popolo, che assommava a 2774 anime, corrispondenti a 728 famiglie, di cui 2058 comunicati, era istituita la scuola della dottrina cristiana. I regolari erano rappresentati dai conventuali di San Francesco di stretta osservanza, dai cappuccini, dai carmelitani scalzi, dai gesuiti, dai monaci di San Gerolamo di Lombardia; si contavano inoltre il convento di San Martino del Terz’Ordine degli Umilati, il monastero di Sant’Antonino dell’Ordine di San Bendetto, il convento di Santa Teresa dell’Istituto di Sant’Agostino. Le associazioni laicali erano la confraternita del Santissimo Sacramento, eretta il 19 ottobre 1567 dall’arcivescovo Carlo Borromeo, aggregata nel 1584 all’arciconfraternita di Santa Maria sopra Minerva in Roma, che seguiva proprie regole fin dalla fondazione e i cui ascritti avevano facoltà di portare l’abito di colore ceruleo; la confraternita di Santa Marta, esistente già nel XV secolo, aggregata all’arciconfraternita di San Giovanni decollato in Roma, i cui ascritti avevano facoltà di portare l’abito di colore bianco; la confraternita del Santissimo Rosario o di San Domenico, fondata all’altare della Beata Vergine Maria sotto l’obbedienza del preposito, aggregata per privilegio apostolico nel 1607 all’arciconfraternita di Santa Maria sopra Minerva in Roma, che seguiva proprie regole approvate nel 1632 dal vicario generale Antonio de Matheis e i cui ascritti avevano facoltà di portare l’abito di colore bianco dal 1634; la confraternita di San Giuseppe, istituita nel 1504 in onore della Santissima Trinità e sotto l’invocazione della Beata Maria Vergine Immacolata Concezione, approvata da Carlo Borromeo con proprie regole nel 1563 e aggregata alla confraternita del Gonfalone in Roma, i suoi ascritti avevano avuto facoltà di portare l’abito di colore nero nel 1570 e bianco nel 1590; la confraternita di Sant’Antonio abate, esistente alla metà del XVI secolo e citata in una bolla del 22 novembre 1550 del cardinale d’Este, confermata dall’arcivescovo Carlo Borromeo il 18 novembre 1567, unita nel 1568 alla confraternita dei Santi Antonio e Tomaso in Roma, i suoi ascritti avevano facoltà di portare l’abito di colore bianco; la confraternita di San Rocco, già istituita nel 1551 e aggregata nel 1606 all’arciconfraternita di San Rocco in Roma, che osservava le regole dei disciplini e i cui ascritti avevano facoltà di portare l’abito di colore verde; la confraternita di San Carlo, eretta il 15 agosto 1652, aggregata il 12 settembre 1659 all’arciconfraternita dei Santi Ambrogio e Carlo in Roma, i cui ascritti avevano facoltà di portare l’abito di colore ceruleo con collare rosso; la confraternita della Santissima Pietà, istituita nella chiesa abbaziale della Beata Maria Vergine Assunta della Casa Vecchia, eretta canonicamente con l’assenso dell’arcivescovo Benedetto Erba Odescalchi il 22 agosto 1719 e aggregata nel 1726 all’arciconfraternita della Santissima Pietà e Buona Morte in Roma, i cui ascritti vestivano di sacco, con facoltà ordinaria concessa nel 1727. Esistevano inoltre in Varese la fabbrica della collegiata, eretta dall’arcivescovo Carlo Borromeo nel 1567; la congregazione di carità dei vivi e dei morti nella collegiata, all’altare di San Gregorio, aggregata il 20 ottobre 1651 alla congregazione delle spagnole o scalzi della Santissima Trinità per la redenzione dei prigionieri; la congregazione dei conforti o di Sant’Ursula, eretta dall’arcivescovo Carlo Borromeo nel 1567, le cui consorelle vestivano l’abito di colore nero; l’ospedale di San Giovanni evangelista, eretto nel 1173. Gli oratori esistenti nel territorio della parrocchia prepositurale di San Vittore erano San Giovanni evangelista nell’ospedale; l’oratorio del Santissimo Sacramento dell’omonina confraternita; l’oratorio di Santa Marta; l’oratorio di San Rocco; l’oratorio di San Rocco dei confratelli del Santissimo Rosario; l’oratorio di Sant’Antonio abate; l’oratorio di San Lorenzo martire; l’oratorio dei Santi Cristoforo e Jacopo della scuola della dottrina cristiana; l’oratorio di San Carlo; l’oratorio di San Giuseppe della confraternita omonina; la chiesa di San Giovanni Battista; la chiesa abbaziale della Beata Vergine Maria Assunta, presso la quale erano istituite le confraternite della Buona morte e della Santissima Pietà (Visita Pozzobonelli, Pieve di Varese).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la prepositura di San Vittore di Varese possedeva fondi per 258.23 pertiche, e la coadiutoria 42.15; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 3023 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della prepositura in cura d’anime di Varese assommava a lire 2102.3.7; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava a Roma, il canonicato coadiutorale aveva reddito di lire 1020.15, la coadiutoria di 864.15, ed erano di nomina dell’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nel 1898-1899, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Varese, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 1278,63; esistevano inoltre altri quattro benefici tra canonicati e semplici; il clero era costituito dal prevosto parroco e da dieci sacerdoti tra coadiutori e cappellani. I parrocchiani erano 7800; nel territorio parrocchiale esistevano le chiese e oratori di Sant’Antonio abate, San Giuseppe, San Martino, San Giovanni, San Giovanni evangelista, Addolorata, Sant’Ambrogio; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, fondata nel 1855, e la congregazione dei Terziari francescani. Nel territorio della parrocchia era sito il monastero dell’Addolorata delle reverende suore riparatrici dei Sacratissimi Cuori di Gesù e Maria, eretto il 29 novembre 1872. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Pieve di Varese).
Nel XIX e XX secolo, la parrocchia prepositurale di San Vittore di Varese è sempre stata sede vicariale, nella regione III, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Varese, nella zona pastorale II di Varese.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]
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