pieve di San Vittore sec. XI - 1971
Pieve della diocesi di Milano. Il territorio di Arcisate fu cristianizzato in epoca molto antica. Ne sono attestazione alcune iscrizioni del V secolo, in cui appaiono i nomi di due presbiteri, Severino e Gaudenzio, ma la prima attestazione documentaria dell’esistenza della chiesa plebana di San Vittore, del suo collegio canonicale e dell’arciprete Adamo risale all’XI secolo. La chiesa e la canonica di San Pietro di Clivio, in cui venne trovato un epitaffio del gennaio 971, sono ricordate invece in un diploma del 15 maggio 1173.
L’antica pieve di Arcisate comprendeva Arcisate, Viggiù, Induno, Bisuschio, Cuasso, Ligurno, Cazzone, Clivio, Besano, Porto, Saltrio, Brenno, Brusimpiano e Ganna. Quest’ultima località venne considerata come staccata dalla pieve a seguito di un privilegio dell’arcivescovo Arnolfo III risalente al 2 novembre 1095 (DCA, Arcisate).
Secondo quanto desumibile dal Liber notitiae sanctorum Mediolani, alla fine del secolo XIII nella pieve di Arcisate esistevano 34 chiese, con 37 altari, distribuite in 25 località. Il Liber notitiae, nonostante il privilegio del 1095, considerava nella pieve anche il monastero di San Gemolo di Ganna. La Notitia cleri del 1398 segnalava nella pieve 19 canonicati, oltre alla prepositura, da cui dipendevano le cappellanie di Viggiù, Ligurno, Induno e Useria. A Clivio si trovavano quattro canonici e un arciprete, da cui dipendevano tre cappellanie dette “della pieve di Clivio”. Tra le fondazioni di regolari, la Notitia cleri citava la domus di San Fedele di Ponte di Arcisate e il priorato di Sant’Elia di Viggiù. Anche lo Status ecclesiae mediolanensis considerava plebana la chiesa di Clivio, assegnandole tre parrocchie. Negli atti della visita dell’arcivescovo Gabriele Sforza del 26 luglio 1455, che pure attribuivano a Clivio sei cappellanie e quattro canonicati oltre all’arcipretura, Clivio non risultava però capo di pieve.
Dall’epoca post-tridentina alla struttura plebana della diocesi si affiancò quella vicariale: il vicariato di Arcisate, coincidente con l’ambito territoriale della pieve, era inserito nella regione forense III.
Nell'ottobre del 1586, all’epoca della visita pastorale dell’arcivescovo Gaspare Visconti, esistevano nella pieve di Arcisate sette parrocchie: Brusimpiano, sorta il 20 febbraio 1578, Clivio, Cuasso al Monte, Cuasso al Piano, Induno, Ligurno, Viggiù, oltre alla prepositurale di Arcisate con otto canonicati. Non veniva nominata San Fedele di Ponte, e Ganna non rientrava più nell’orbita della pieve. Nella visita pastorale del cardinale Federico Borromeo del 1606 comparvero le nuove parrocchie di Bisuschio, sorta il 6 ottobre 1586, e di Besano con Porto Ceresio. Le successive visite furono quelle di Cesare Monti nel 1639, di Federico Visconti nel 1687. Nel XVIII secolo vennero erette due nuove parrocchie: Porto Ceresio nel 1722, e Cazzone, poi Cantello, il 31 luglio 1742, che vennero visitate dall’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nel 1751. Nel 1860 nacque la parrocchia di Brenno Useria; nel 1896 Pogliana, nel 1900 Cavagnano. Le nuove parrocchie sono attestate nelle visite pastorali del cardinale Andrea Carlo Ferrari effettuate tra il 1896 e il 1918. Il cardinale Eugenio Tosi trasferì nel 1923 le parrocchie di Cantello e Ligurno nel vicariato di Malnate ed eresse il 17 luglio 1925 la parrocchia di Bregazzana. Infine il cardinale Giovanni Battista Montini eresse la parrocchia di San Giuseppe alla Baraggia di Viggiù l’11 febbraio 1959.
Nel corso del XX secolo la pieve di Arcisate è sempre stata inclusa nella regione III, fino ai decreti arcivescovili che hanno rivisto la struttura territoriale della diocesi (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326), in seguito ai quali le parrocchie che ne avevano fatto parte furono attribuite al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Arcisate, nella zona pastorale II di Varese, che dal 1978-1979 assunse la denominazione di decanato di Valceresio.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]
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