comune dei Corpi Santi di Pavia sec. XIV - 1757
Il toponimo è utilizzato per la prima volta da Opicino del Canistris il quale afferma che i “Corpora Sanctorum” si estendono “in circuitu civitatis per unum vel due milia passum longe in campis veli aliquibus vicis” (Anonymi Ticinensis Liber de laudibus civitatis Ticinens a cura di Rodolfo Maiocchi e Fausto Quintavalle Città di Castello 1903). Con l’espressione Corpi Santi venivano quindi indicate un insieme di comunità rurali disseminate attorno alle mura della città da cui dipendevano. Come unico organo amministrativo risultano i “deputati, massari ed interessati dei Corpi Santi” (Zaffignani1985).
Dalle risposte ai Quarantacinque quesiti della giunta del censimento ricevute il 19 agosto 1751 (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3018) risulta che gli abitanti dei Corpi santi non compongono comunità, sono regolati comandati e trattati dal Consiglio generale di Pavia senza alcuna differenza con gli abitanti interni alle mura. I proprietari dei fondi del distretto dei Corpi Santi (Monasteri, luoghi Pii, cavalieri, nobili ecc.) formano una Congregazione che d’intesa con il Consiglio della città mantiene un commissario e un cancelliere, ripartendo tra massari e fittabili le spese per cause. Non viene presentata alcuna relazione in merito ai 45 quesiti della giunta del censimento in quanto non d competenza. Firma Giacomo Francesco Maggi causidico notaio e cancelliere della congregazione.
ultima modifica: 01/12/2006
[ Elisa Bassi, Cooperativa Arché - Pavia ]
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