comune di Pavia 1757 - 1797
Il governo della provincia di Pavia venne riorganizzato, nel quadro dell’esecuzione del Censimento, per mezzo della “Riforma al governo della Città e Provincia di Pavia” del 27 gennaio 1756.
Il consiglio generale non veniva soppresso, anzi, venivano confermate le prerogative di privilegio delle famiglie decurionali.
Con questa riforma veniva istituita la congregazione generale degli estimati a cui era affidato il governo della città e della provincia. Alla congregazione generale spettava l’elezione di vari organi di governo a partire dalla congregazione dei prefetti destinata a sostituire la Congregazione dell’Estimo, e ad occuparsi delle cause di natura fiscale e delle cause fra comunità e fra comunità e privati. Le cause del comune sarebbero state patrocinate de un oratore e da due sindaci aventi il compito di difendere gli interessi della città nella congregazione dei prefetti e nelle cause agitate a Milano. La congregazione generale eleggeva inoltre un tesoriere, la camera del mercimonio – destinata ad occuparsi del riparto della tassa mercimoniale , la congregazione militare e i deputati.
Con il dispaccio regio del 5 novembre 1784 (ASMi, Dispacci reali c. 264) viene definitivamente smantellato il vecchio sistema di amministrazione locale e si realizza una forte apertura nei confronti delle famiglie non appartenenti al patriziato. Inoltre vengono abolite tutte le cariche di antica origine e queste incombenze vengono trasferite alla congregazione generale.
Per mezzo compartimentazione del 1797, proclama del 22 fruttidoro anno 5° della Repubblica, il comune viene assegnato al distretto di Pavia.
ultima modifica: 18/05/2003
[ Elisa Bassi, Cooperativa Arché - Pavia ]
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