comune di Ponte Carate sec. XIV - 1757
Il toponimo appare nel nome di ” Guidonem Butinum de Ponte Carali ” in un’ investitura del monastero di San Pietro in Ciel d’ Oro di Pavia del 27 ottobre 1207 (Le carte del monastero di San Pietro in Ciel d’ Oro di Pavia Il fondo Cittadella 1200 – 1250 a cura di Ezio Barbieri Carla Maria Cantù Ettore Cau) Ponte Carate successivamente è indicato come appartenente al Barco Novo da Ambrogio Opizzone “Relatione di tutte le terre dello Stato di Milano” (Opizzone 1644).
Dalle risposte ai Quarantacinque quesiti della giunta del censimento ricevute il 5 maggio 1751 (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3018) risulta che il comune non è infeudato.
Il comune non ha altri comuni sotto di sé e non è aggregato anche se nel suo distretto ricade una parte di Cascina Pasturina. La comunità è retta da un console che, presta giuramento presso la curia pretoria di Pavia, e da un deputato eletti annualmente dal popolo convocato nel consiglio generale. Le scritture sono tenute da un cancelliere salariato, non ha procuratore in Milano e conta 184 anime.
ultima modifica: 01/12/2006
[ Elisa Bassi, Cooperativa Arché - Pavia ]
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