cancelliere sec. XIV - 1743
Il primo gennaio 1507 il consiglio generale dei capi di casa, a cui spetta l’elezione del cancelliere, propone al posto di Giovanni Francesco de Rovarinis, defunto, una nuova elezione che avviene, due giorni dopo.
Il primo gennaio 1578 tale consiglio specifica i compiti del cancelliere elaborati dai notai Giovanni Stefano Raverta e Domenico Bianco: fare i quinternetti, rogare i consigli, i mandati, le procure e gli strumenti che essi ritengano necessari.
Nel 1583, durante la prima seduta annuale del consiglio genereale, viene stipulata una convenzione tra i notai prima citati e Giovanni Anonio Cassinio, i quali (affiancati poi da Lodovico Ferrario) si impegnano a fare i cancellieri un anno per ciascuno.
Tale avvicendamento ha luogo fino al 1596, quando viene riconfermato il cancelliere Cassinio il quale mantiene l’incarico almeno fino al 1641. Da allora la cancelleria è sempre affidata ad un notaio, per periodi di durata variabile.
Nel 1644 il cancelliere è anche notaio civile e criminale della comunità.
Nella seduta del consiglio generale del 1676 al cancelliere viene affiancato un ragionato.
I compiti così si dividono: al primo spetta di rogare tutte le ordinazioni che si decidono nei consigli, scrivere tutte le lettere che servono alla comunità e tenere i libri della comunità stessa; al ragionato spetta, invece, di tenere i libri delle imposte, fare i quinternetti, assistere a tutti i consigli custodire i libri dei catasti e altre scritture del genere.
Capitoli relativi all’incarico del cancelliere, molto dettagliati, sono conservati nell’archivio comunale e portano la data del 1737 (Archidata 1990).
ultima modifica: 27/10/2002
[ Gloria Ferrario, Cooperativa Arché - Pavia ]
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