comune di Bastida de' Dossi sec. XV - 1743
Il toponimo si trova per la prima volta citato nel 1431 come Loco Dossorum sive Gazzi (Goggi 1973).
Il Legè, il Gabotto ed il Manfredi sostengono che Bastida sia sorta sopra i ruderi dell’antica corte di Blundi.
La corte di Blundi apparteneva al vescovo di Tortona il quale la diede con atto del 17 settembre 999 alla regina Adelaide che a sua volta la donò al monastero di San Salvatore di Pavia. Feudalmente la corte di Blundi dipendeva da Corana.
Nella bolla di papa Eugenio III del 1115 si legge che la corte di Blundi possedeva due cappelle di cui una era quella di San Pietro del Gazzo (Goggi 1973).
Il Gazzo ed Armentaria erano castelli nei pressi di Bastida e si trovano nominati in un diploma di Ottone II, in un instrumento del 1025 ed in altri diplomi e bolle papali a favore del monastero di San Salvatore di Pavia. Armentaria viene citata nell’elenco delle terre del contado di Pavia del 1250 (Soriga 1913).
Bastida Dossorum è citata nel comparto delle strade degli “Statuta stratarum” del 1452 come appartenente all’ Ultra Padum (Statuta stratarum).
Nel 1479 a Bastida vi era un porto natante sul Po nominato nei documenti come Porto Dossorum, ne era portinaro Bartolomeo Malvido di Sale.
Bastida de Dossi compare nell’elenco delle dichiarazioni del focatico del Principato di Pavia per l’anno 1537 come appartenente alla Congregazione rurale dell’Oltrepò e Siccomario (Focatico Oltrepò e Siccomario, 1537).
Bastida de Dossi (come Bastia de Dossi) nel 1634 è inserita come appartenente all’Oltrepò, nell’elenco delle terre del principato di Pavia censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone (Opizzone 1634).
ultima modifica: 12/01/2007
[ Valeria Bevilacqua, Cooperativa Arché - Pavia ]
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