comune di Montù Berchielli sec. XIV - 1743

Il toponimo compare per la prima volta nel testamento del diacono Gerardo il 19 gennaio 1019 nel quale lo lasciava ad Ugo marchese.
Appartenente all’ Agro Piacentino l’Imperatore Federico I lo tolse alla città di Piacenza e con privilegio del 1164 lo assegnò alla città di Pavia (diploma Federico I). Fu infeudato ai Beccaria.
Del castello di Montù si parla in un atto del 1184 pubblicato dal Bollea dove i consoli di Mondonico misero a disposizione nove carri con buoi per trasportare pietre al castello. Fu distrutto nel 1216 da Piacenza nella guerra tra Guelfi e ghibellini.
Nel 1289 Manfredino Beccaria espulso da Pavia si rifugiò a Montù. Nel 1412 Rainaldo Beccaria fu investito dal duca Filippo Maria Visconti oltre che di Montù anche di Mondondone, Codevilla, Muriasco, Nebiolo e Sant’Antonino. Con la morte di Aureliano Beccaria, senza eredi maschi legittimi, il feudo ritornò alla Camera Ducale, messo in vendita fu nel 1609 acquistato per 30.000 lire imperiali da Aurelio Salimbene (ASMi cart. 395); nel 1665 passò a Carlo Bellone.
Nel 1591 la popolazione è di 134 fuochi, il podestà percepisce un salario di 20 lire al mese e il diritto di casa, si riscuote il dazio dell’imbottato del pane, vino, carne e osteria. In questo anno, il 26 di dicembre, i tre consiglieri componenti il consiglio comunale presentano i nominativi per la nomina dei quattro componenti per il consiglio dell’anno 1592 (ASMi cart. 395).
Nel 1579 in numero dei parrocchiani è di 500, nel 1735 le anime sono 1700 di cui 1040 da comunione.
Nel 1531 è console Rolando Valerio di Giacomino, nel 1590 Gioseffo Corale è podestà deputato dal feudatario.
Come Montù Belcredi compare nell’elenco delle dichiarazioni del focatico del Principato di Pavia per l’anno 1537 come appartenente alla Congregazione rurale dell’Oltrepò e Siccomario (Focatico Oltrepò e Siccomario, 1537).
Montù Berchielli nel 1634 è inserito come appartenente all’Oltrepò, nell’elenco delle terre del principato di Pavia censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone (Opizzone 1634).
Dai Bellone passò con patente del Re di Sardegna del 21 novembre 1778 a Melchiorre Mario e Giuseppe Martini mediante l’esborso di 42.428 lire piemontesi. Ebbero il titolo di conti e tennero il feudo fino all’abolizione napoleonica ed all’abbattimento del castello.
Nel 1658 la popolazione contava circa 700 abitanti.

ultima modifica: 30/11/2006

[ Valeria Bevilacqua, Cooperativa Arché - Pavia ]