comune di Parpanese sec. XIV - 1743
Il toponimo si trova citato per la prima volta in un placito del 1021 in cui il giudice Agilulfo donava alla chiesa pavese di san Bartolomeo in Strada la corte di Parpanese (Manaresi 1924)
Il comune aveva propri confalonieri e consoli eletti dagli abitanti del vico (Manaresi 1924).
Parpanese è compreso nell’elenco delle terre del contado di Pavia del 1250 come appartenente all’Oltrepò (Soriga 1913).
Vi erano parecchi mulini sul Po ed un ponte in località Cerreta con diritti spettanti al monastero di Santa Sabina di Piacenza; nel 1227 i conti di Rovescala vantarono diritti sul ponte ma furono citati in giudizio e condannati (Campi).
Appartenente all’Agro piacentino, Federico I nel 1195 lo concesse a Pavia (Vidari), la città fece costruire in Parpanese una torre a difesa, obbligò gli abitanti al mantenimento degli arceri che furono assoldati per marciare su Milano. Le città della Lega Lombarda bruciarono per 3 volte il paese, conteso tra Pavia e Piacenza. Nel 1184 la questione fu risolta con un arbitrato ( gli atti del processo sono pubblicati dal Bollea). Feudalmente legato ad Arena, ne fu smembrato il 28 luglio 1305 per essere concesso all’Abbate Olivetano di San Bartolomeo in Strada di Pavia (ASMi, Fondo di Religione, cart. 433). Il porto di Parpanese era posto a confine tra Pavia e Piacenza e in una lettera in data 19 settembre 1566 il presidente delle regie entrate straordinarie dello Stato di Milano nomina il duca di Albuquerque commissario, il quale con tre soldati doveva curare il passaggio di prodotti agricoli ed altro al confine (Cerioli).
“Parpanexium” è inserito nel comparto delle strade degli “Statuta stratarum” del 1452 come appartenente all’Ultra Padum (Statuta stratarum).
Parpanese compare nell’elenco delle dichiarazioni del focatico del Principato di Pavia per l’anno 1537 come appartenente alla Congregazione rurale dell’Oltrepò e Siccomario (Focatico Oltrepò e Siccomario, 1537).
Parpanese nel 1634 è inserito come appartenente all’Oltrepò, nell’elenco delle terre del principato di Pavia censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone (Opizzone 1634).
ultima modifica: 30/11/2006
[ Valeria Bevilacqua, Cooperativa Arché - Pavia ]
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9001129/