comune di Pizzocorno sec. XIV - 1743
Il toponimo compare per la prima volta in una vendita fatta da Opizzo Malaspina signore di Oramala il 4 ottobre 1158. Veniva venduto il castello, la villa e la corte di Pizzo del Corno con tutti i beni e diritti annessi a Guglielmo Cachi nobile di Tortona ed abate di Sant’Alberto di Butrio, abbazia confinante con il terriotrio di Pizzo del Corno, per la somma di 122 libre d’argento di Pavia e 6 soldi (Legè, Gabotto).
Il 29 settembre 1171 il console e gli uomini di Pizzocorno prestavano giuramento di fedeltà agli abati di Sant’Alberto i quali amministravano la giurisdizione per mezzo di un giudice secolare (Lugano).
In seguito il feudo fu ceduto a Paolo Selvatico, passò successivamente al conte Luigi Dal Verme e successivamente incamerato; Ludovico il Moro nel 1486 lo concesse ad Eustachio Zenone. Passò di nuovo a Manfredo Malaspina la qual famiglia lo conservò sino alla soppressione napoleonica (Guasco e Cavagna Sangiuliani).
Come Pizzo de Corno compare nell’elenco delle dichiarazioni del focatico del Principato di Pavia per l’anno 1537 come appartenente alla Congregazione rurale dell’Oltrepò e Siccomario (Focatico Oltrepò e Siccomario, 1537).
Pizzocorno nel 1634 è inserito come appartenente all’Oltrepò, nell’elenco delle terre del principato di Pavia censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone (Opizzone 1634).
ultima modifica: 30/11/2006
[ Valeria Bevilacqua, Cooperativa Arché - Pavia ]
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