comune di Pecorara sec. XIV - 1743
Il toponimo come Pecoraria si trova per la prima volta citato in un atto del 1159 (Bollea). Come Peccoraria de Peccorariis è compreso nell’elenco delle terre del contado di Pavia del 1250 (Soriga 1913).
Pecoraria è inserita nel comparto delle strade degli “Statuta stratarum” del 1452 come appartenente all’ Ultra Padum (Statuta stratarum).
Pecorara, come risulta dall’estratto della cancelleria di Pavia del 1 agosto 1685 apparteneva alla giurisdizione del feudo di Broni di proprietà dei fratelli Arrigoni; nel 1712 aveva un console Giuseppe Crivelli, il quale interrogato in merito ai diritti del feudo, dichiarava che la comunità pagava il dazio dell’imbottato agli Arrigoni e per la giustizia rispondeva al podestà di Broni il quale non percepiva emolumenti dalla comunità; in Pecorara non vi era osteria, nè prestino nè macelleria. La chiesa parrocchiale era situata al luogo detto Castagnara e la comunità comprendeva in tutto 4 cascine per un totale di 20 fuochi. L’amministrazione veniva gestita da un solo console e le funzioni spettanti al cancelliere erano demandate al funzionario del comune di Pietra (ASTo Oltrepò mazzo 3).
Pecorara compare nell’elenco delle dichiarazioni del focatico del Principato di Pavia per l’anno 1537 come appartenente alla Congregazione rurale dell’Oltrepò e Siccomario (Focatico Oltrepò e Siccomario, 1537).
Pecorara (come Pegorera) nel 1634 è inserita come appartenente all’Oltrepò, nell’elenco delle terre del principato di Pavia censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone (Opizzone 1634).
ultima modifica: 30/11/2006
[ Valeria Bevilacqua, Cooperativa Arché - Pavia ]
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