amministrazione della città e della provincia di Pavia 1756 - 1786
Con la “Riforma al Governo, ed Amministrazione della Città e Provincia di Pavia” del 27 gennaio 1756 viene creata la Congregazione generale degli estimati un’assemblea formata da ventiquattro membri. Quattro posti erano riservati al ceto decurionale, due a dottori iscritti al Collegio professionale. Quattro estimati erano estrarre da una borsa di dodici nominativi e quattordici deputati erano eletti dalle delegazioni in cui era stata suddivisa la provincia. Questa congregazione aboliva la Congregazione del Principato e quella degli estimati milanesi mentre tutto il potere veniva concentrato in essa.
La congregazione era assistita da quattro sindaci: uno residente in Milano, uno in Pavia e due nelle circoscrizioni rimaste dell’antico contado ovvero la Campagna Soprana e la Campagna sottana.
In seguito alle proteste degli estimati milanesi si giunse alla pubblicazione in data 1 ottobre 1757 di un decreto intitolato “Aggiunte al piano di Pavia” che riconosceva ai possessori milanesi una posizione di privilegio all’interno della Congregazione.
Il funzionario a livello provinciale in questo periodo è il Regio delegato che aveva il compito di assistere alle congregazioni provinciali e al consiglio cittadino e a tutte le “camere civiche”. Successivamente il suo campo di azione verrà allargato al controllo dei cancellieri delegati, ai deputati dell’estimo, del mercimoniale e del personale, ai sindaci delle terre, ai consoli e ai ragionati e agli affari delle comunità di natura fiscale.
Le province erano divise in delegazioni, quella di Pavia ne aveva quattordici, a capo delle quali era preposto un “regio cancelliere delegato del censo” addetto al controllo regio a livello comunale. Questi cancellieri delegati dipendevano direttamente dal governo ma dovevano rendere conto al regio delegato.
Nel 1784 viene smantellato definitivamente il vecchio sistema. Con il dispaccio regio del 5 novembre 1784 viene abolito il regio delegato e successivamente si provvede al trasferimento alla congregazione del patrimonio delle cariche prima disperse fra organi di antico regime. Viene riformata anche la congregazione che all’inizio del 1785 doveva essere così composta: due dottori di collegio, un decurione, il giudice delle strade, due possessori milanesi, tre cittadini estimati che dovevano essere scelti tra le “famiglie di secondo ordine” cioè non appartenenti al ceto nobiliare.
Nel marzo del 1785 vengono messi in funzione i vice Ð intendenti, ufficiali posti alle dipendenze delle intendenze provinciali; questi uffici erano composti da un intendente che si occupava della finanza, dell’annona e delle manifatture, da un ispettore che sbrigava le pratiche in assenza dell’intendente e da vice – intendente che “avrà l’ispezione sopra il Censo, sui Cancellieri, farà le veci degl’aboliti Regi Delegati ne Corpi Civici; avrà l’ispezione sopra le strade, i torrenti ed i confini e promuoverà l’agricoltura particolarmente de terreni incolti. Con l’editto del 26 settembre 1786 questo ufficio verrà abolito e verranno istituite le intendenze politiche provinciali (Porqueddu 1995).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Saverio Almini ]
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