parrocchia dei Santi Gaudenzio ed Eusebio sec. XIII - [1989]
Parrocchia della diocesi di Vigevano; fino al 1530 appartenne alla diocesi di Novara.
Secondo il Romani, San Gaudenzio di Gambolò nacque come chiesa battesimale dopo il V secolo (Romani 1987). Secondo quanto riportato dal Pianzola, un prevosto di San Gaudenzio è attestato nel 1295 (Pianzola 1917); nei registri delle rationes decimarum del 1322-1323 redatti per la diocesi pavese è annoverata la chiesa di San Gaudenzio di Gambolò ("eclesia Sancti Gaudencii de Gambolato") (Chiappa Mauri 1972).
Il 4 marzo 1339 fu unito al capitolo di San Gaudenzio il beneficio di San Nicolao di patronato Roverta, e nel 1538 quello di Sant'Antonio abate (Pianzola 1917).
Nel 1530 la parrocchia di San Gaudenzio venne aggregata alla diocesi di Vigevano, istituita con la bolla di Clemente VII "Pro excellenti praeminentia Sedis Apostolicae" (Diocesi di Vigevano 1987).
Nel 1759 la parrocchia di San Gaudenzio venne visitata del vescovo di Vigevano monsignor Giuseppe Maria Scarampi; possedeva allora il beneficio un reddito di 1.000 lire più campi e boschi affittati, oltre a 72 lire di decime. Erano istituite nella parrocchia le compagnie del Santissimo Sacramento, del Rosario, del Suffragio. Nel territorio parrocchiale era situato l'oratorio di San Giovanni Battista nel castello (Visita Scarampi 1759).
A seguito dell'ampliamento della diocesi di Vigevano avvenuto con la bolla 17 agosto 1817 di Pio VII "Beati Petri apostoli principis" (bolla 17 agosto 1817) e con il breve 26 settembre 1817 "Cum per nostras litteras" (breve 26 settembre 1817), sempre di Pio VII, divenne sede vicariale (circolare Toppia 1819). Venne unita con decreto 9 gennaio 1833 del vescovo di Vigevano monsignor Giovan Battista Accusani alla parrocchia di Sant'Eusebio di Gambolò (decreto 9 gennaio 1833) (Pianzola 1934).
Dagli atti della visita pastorale del 1845 del vescovo di Vigevano monsignor Vincenzo Forzani, si desume che la popolazione della parrocchia dei Santi Gaudenzio ed Eusebio era composta da 800 famiglie per un totale approssimativo di 4.400 persone. I redditi della parrocchia derivavano da alcuni capitali impegnati che fruttavano interessi; il reddito del beneficio parrocchiale era composto da 2.200 franchi, dati dalla rendita di caseggiati, di fondi e da livelli attivi; inoltre si contavano tra i redditi anche 61.40 franchi di decima matrimoniale. Nel borgo esistevano le chiese di Sant'Eusebio, vicecura della parrocchiale, San Paolo, San Rocco, Purificazione della Beata Vergine Maria, detta Santa Maria, oltre all'oratorio dei sette dolori della Beata Vergine Maria, detto la Madonnia, presso la chiesa di Sant'Eusebio; nel territorio parrocchiale erano situati gli oratori dell'Assunzione della Beata Vergine Maria presso la cascina Stradella, la chiesa di Sant'Antonio abate presso la cascina Portaluppa. Erano istituite in parrocchia le confraternite di San Paolo, San Rocco, Santa Maria, tutte presso le rispettive chiese (Visita Forzani 1845).
Nel 1971, la parrocchia di Gambolò venne assegnata alla zona pastorale sud est, con decreto 6 gennaio 1971 del vescovo di Vigevano monsignor Luigi Barbero (decreto 6 gennaio 1971) (Rivista diocesana vigevanese 1971); dal 1972 vicariato di Garlasco, con decreto 1 gennaio 1972 del vescovo di Vigevano monsignor Mario Rossi (decreto 1 gennaio 1972) (Rivista diocesana vigevanese 1972).
ultima modifica: 03/03/2004
[ Emanuele Robbioni ]
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9120028/