Fucile Carcano Mod. 91

Fabbrica Armi Esercito di Terni (FAET)

Fucile Carcano Mod. 91

Descrizione

Categoria: armi e accessori

Materia e tecnica: acciaio / fusione; legno / sagomatura; cuoio / concia, sagomatura

Forma: mistilineo

Misure: lunghezza 128.5 cm (con baionetta cm 158,3 ca.); altezza 13 cm; spessore 5 cm

Cronologia: post 1892 - ante 1918

Autore: Fabbrica Armi Esercito di Terni (FAET), costruttore

Ambito culturale: produzione italiana

Oggetto: Fucile con lunga canna d'acciaio fissata longitudinalmente su un fusto di legno (cassa), che si prolunga posteriormente in una espansione (calcio). Sulla canna è presente un alzo a quadrante con alette con due linee di mira fisse a 450 e 300 metri, e mire regolabili da 600 a 2000 m con tacche per ogni ettometro. Il meccanismo di sparo e il manubrio di carico sono stati asportati. L'arma è portatile e può essere posta a tracolla tramite una lunga e larga cinghia, con estremità agganciate rispettivamente al calcio del fucile e alla fascetta mediana della canna. Sotto la volata è presente un innesto a "T" per l'attacco della baionetta. Sulla canna è punzonato il numero di matricola dell'arma e il marchio dello stabilimento di fabbricazione, una matricola è presente incisa anche sul calcio.

Notizie storiche: Arma da fuoco italiana a ripetizione, rifornita da pacchetti capaci di sei cartucce infilati perpendicolarmente nel serbatoio centrale fisso e aperto, con alzo a quadrante. Essa fu adottata dall'esercito a partire dal 5 marzo 1892. Il modello è detto 91 dall'anno in cui fu indetto il concorso per la scelta di un fucile a ripetizione. All'estero era conosciuto anche come "Mannlicher-Carcano-Parravicino", denominazioni che riflettono la paternità dell'arma (Carcano ideò l'otturatore ispirandosi a quello di Mauser, Mannlicher inventò il serbatoio e il caricatore a pacchetto - a questo proposito va precisato che una recente ricerca a cura di Alessandro Bison ricondurrebbe invece la paternità dell'invenzione del serbatoio al capitano Pietro Bertoldo, già autore di importanti modifiche su l fucile "Vetterli" precursore del mod.91 -, Parravicino era presidente della Commissione) Il modello 91 è uno dei pochi fucili militari frutto della corsa al rinnovamento dell'armamento della fanteria di calibro 6,5 mm. Buona parte degli studi della commissione riguardarono proprio il modo di poter utilizzare una pallottola di così piccolo calibro, quando le altre nazioni erano nella maggioranza indirizzate verso gli 8 mm. La ragione consisteva nel fatto che ciò avrebbe permesso l'adozione di cartucce leggere che avrebbero consentito al soldato di portare con sè un maggiore munizionamento. Gli inconvenienti (logoramento della canna vicino alla camera di scoppio e sfasciamento del proiettile) furono risolti con una rigatura di quattro righe volgenti a destra e usufruendo di proiettili di piombo rivestiti da una lega di rame e nichel. Nome dialettale: "skiop"

Collocazione

Valfurva (SO), Museo Vallivo Valfurva "Mario Testorelli"

Credits

Compilazione: Bonetti, Luca (2015)

Aggiornamento: Bonetti, Luca (2015)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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