Moschetto per truppe speciali mod. 1891
Fabbrica Nazionale Armi - Brescia
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Descrizione
Categoria: armi e accessori
Materia e tecnica: acciaio / fusione; legno / sagomatura
Forma: mistilineo
Misure: lunghezza 92 cm; altezza 14 cm; spessore 7 cm
Cronologia: post 1916
Autore: Fabbrica Nazionale Armi - Brescia, costruttore
Ambito culturale: produzione bresciana
Oggetto: Fucile moschetto costituito da una canna d'acciaio fissata longitudinalente su un fusto di legno (cassa), che si prolunga posteriormente in una espansione (calcio). Nella parte superiore sono posti posti i meccanismi di percussione e caricamento dei colpi e il mirino graduato di alzo, sotto sono invece invece posizionati il grilletto protetto da un ponticello e il serbatoio di innesto dei caricatori. L'arma è portatile e può essere posta a tracolla tramite una cinghia, con estremità agganciate rispettivamente al calcio del fucile e alla fascetta mediana della canna. Sotto la volata è provvisto di attacco per l'innesto della baionetta mentre sulla canna sono punzonati l'anno e lo stabilimento di fabbricazione e il numero di matricola
Notizie storiche: Quest'arma da fuoco italiana, rifornita da pacchetti capaci di sei cartucce infilati perpendicolarmente nel serbatoio centrale fisso e aperto, con alzo a quadrante, era utilizzata come normale fucile o, innestata la baionetta, come arma bianca per assalti corpo a corpo. Prodotta dalla Fabbrica Nazionale Armi di Brescia, fu in dotazione alle truppe del Regio Esercito Italiano durante il primo conflitto mondiale. Il modello è detto "91" dall'anno in cui fu indetto il concorso per la scelta di un fucile a ripetizione, ma all'estero era anche noto come "Carcano-Mannlicher" o "Parravicino-Mauser", denominazioni che richiamano la paternità dell'arma (Carcano ideò l'otturatore ispirandosi a quello di Mauser, Mannlicher inventò il serbatoio e il caricatore a pacchetto, Parravicino era presidente della Commissione). La necessità di rinnovo dell'armamento di fanteria di calibro 6,5 mm portò all'adozione del "modello 91", scelto dalla commissione perchè permetteva di utilizzare pallottole di piccolo calibro quando le altre nazioni erano nella maggioranza indirizzate verso gli 8 mm. Il vantaggio non indifferente stava nel fatto che ciò avrebbe permesso l'utilizzo di cartucce leggere che avrebbero consentito al soldato di portare con sè un maggiore munizionamento. Il moschetto per truppe speciali deriva dal fucile modello 1891, dal quale si distingue sostanzialmente per le lunghezze minori della canna e della cassa lignea e per il manubrio dell'otturatore piegato. Nome dialettale: "skiòp"
Collocazione
Valfurva (SO), Museo Vallivo Valfurva "Mario Testorelli"
Credits
Compilazione: Bonetti, Luca (2015)
Aggiornamento: Bonetti, Luca (2015)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/militaria/schede/SO100-00106/
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