Carrello, di teleferica

produzione italiana

Carrello, di teleferica

Descrizione

Categoria: mezzi da trasporto e combattimento

Materia e tecnica: acciaio / fusione, laminatura, trafilatura, rivettatura, verniciatura

Misure: altezza 51 cm; lunghezza 54 cm; larghezza 50 cm

Cronologia: ca. 1900 - ante 1918

Ambito culturale: produzione italiana

Oggetto: Carrello a cestello sospeso di forma tronco-piramidale rovesciata. La struttura portante del contenitore è realizzata con robusti profilati a "L", il fondo rettangolare è chiuso da tre piattine parallele fissate con rivetti e dai suoi angoli si alzano quattro profilati leggermente rastremati verso l'esterno. Nella parte centrale degli spigoli sono fissate le quattro sponde anch'esse realizzate con profilato, mentre alla sommità sono rivettati robusti ganci collegati a due lunghi maniglioni di tondino di ferro con funzione di sospensione del carico. Il primo maniglione è relizzato in un pezzo unico mentre il secondo è costituito da due aste con occhielli alle estremità collegate fra loro e ai ganci da tre anelli. Il carrello è verniciato in grrigio-verde militare.

Notizie storiche: Lungo tutto il fronte italo-austriaco, e specialmente nelle zone impervie di montagna, l'utilizzo delle teleferiche ha trovato durante tutto il conflitto un vastissimo utilizzo. Gran parte dei rifornimenti dalle immediate retrovie fino ai capisaldi principali in quota erano assicurati da una fitta quanto ingegnosa rete di impianti di trasporto a fune. Le teleferiche permettevano un veloce ed agevole trasporto là dove spesso autocarri o animali da soma non potevano arrivare, non bisogna dimenticare, inoltre, che tale mezzo poteva essere utilizzato per il trasporto di persone, si dimostrava quantomai prezioso in caso di trasbordo di feriti bisognosi di cure urgenti. Gli impianti dell'esercito italiano, in virtù delle posizioni più o meno prossime alle zone di conflitto, si suddividevano in tre categorie: leggere, per i collegamenti con la prima linea, campali e pesanti per i trasporti in località di retrovia. Le teleferiche a grande sviluppo arrivavano a portate giornaliere imponenti, fino a 2000 tonnellate su decine di chilometri. I vari impianti, a seconda delle esigenze o delle possibilità potevano essere mossi a motore, a mano o per mezzo di animali. Per l'importanza assunta dai compiti dei militari addetti agli impianti durante il periodo bellico venne istituita l'apposita specialità del Genio teleferisti, che si occupava appunto del trasporto delle merci e delle munizioni in condizioni particolarmente disagiate.

Collocazione

Valfurva (SO), Museo Vallivo Valfurva "Mario Testorelli"

Credits

Compilazione: Bonetti, Luca (2016)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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