Stahlhelm M.1940
Shwerd Friedrich
Descrizione
Categoria: armi e accessori
Materia e tecnica: ferro / laminatura, formatura, rivettatura, verniciatura
Misure: altezza 16 cm; lunghezza 28.5 cm; larghezza 24.8 cm
Cronologia: ca. 1940 - ante 1945
Autore: Shwerd Friedrich (1872-1953), progettista
Ambito culturale: produzione tedesca
Oggetto: Elmetto con visiera, coprinuca e falde laterali realizzato in un unico pezzo di lamiera di acciaio. Lateralmente sono presenti due "cornetti" di areazione sporgenti verso l'esterno. All'interno si conservano l'imbottitura in cuoio e stoffa fissata alla calotta e gli occhielli di aggancio per il cinturino o soggolo che fermava l'elmo al capo. La calotta è verniciata nel tipico colore d'ordinanza della divisa della Wehrmacht il grigio detto "feld-grau". All'esterno, ai lati, sono presenti due fregi di appartenenza all'Arma.
Notizie storiche: Il progetto per i modelli di elmetto in uso nella prima guerra mondiale negli eserciti degli Imperi Centrali conosciuti come "Stahlhelm", letteralmente "elmetto d'acciaio", prese avvio al principio del 1915. All'inizio del conflitto nessuno degli eserciti in guerra disponeva di elmi o protezioni specifiche per la testa da fendenti, proiettili o schegge vaganti, ad eccezione di poco efficaci copricapi in tessuto o cuoio. Il primo fra i belligeranti che si dotò le proprie truppe di un casco protettivo fu l'esercito francese, con il famoso elmetto "Adrian". A seguito degli studi sulle ferite più frequenti nell'ambito delle guerra di trincea, il dottor Friedrich Shwerd dell'Istituto tecnico di Hannover predispose i disegni per la prima versione dello Stahlhelm. I prototipi dell'elmetto, realizzati artigianalmente in quaranta esemplari da Franz Marx, vennero testati nel novembre del 1915 presso il poligono di Kummersdorf, mentre la prova del fuoco in battaglia ebbe luogo poco tempo dopo. Con poche varianti l'elmo venne utilizzato lungo tutta la durata del conflitto e restò in servizio anche dopo la guerra. Seguì la produzione di nuovi modelli dal '33 fino alla fine del secondo conflitto mondiale (M33, M35, M40, M42, M44 e M45), anche in questi casi con poche varianti, se si esclude il primo, realizzato con materiale plastico (Vulkanfiber), e quelli destinati ai corpi dei paracadutisti (Fallschirmjäger), privi di visiera e coprinuca. Le modifiche venivano apportate per migliorane le prestazioni, e, talvolta, per adeguare la produzione alle esigenze che i tempi di guerra imponevano: velocità e semplicità di realizzo, risparmio di materiali, economia, ecc.., tali condizioni potevano influire negativamente sulla qualità. Tutt'ora in servizio, non solo presso l'esercito tedesco, le nuove versioni dello Stahlhelm dimostrano la loro funzionalità ormai a un secolo distanza dalla realizzazione dei primi prototipi.
Collocazione
Bormio (SO), Museo Civico di Bormio
Credits
Compilazione: Bonetti, Luca (2011)
Aggiornamento: Bonetti, Luca (2015)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/militaria/schede/SO110-00087/
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