Sciabola

forniture militari italiane

Sciabola

Descrizione

Categoria: armi e accessori

Materia e tecnica: acciaio / fusione, forgiatura

Misure: altezza 96.5 cm; larghezza 3 cm; altezza 81 cm (lama)

Cronologia: post 1843

Ambito culturale: forniture militari italiane

Oggetto: Sciabola per ufficiale piemontese del Real Corpo di Stato Maggiore modello 1843 (modello utilizzato fino al 1888). Arma bianca lunga detta "alla turca" o "all'orientale" da una moda introdotta dall'esercito francese successivamente alla campagna napoleonica d'Egitto. È costituita da una lama leggermente ricurva ad un filo e doppio sguscio. L'impugnatura in ebano è sagomata anatomicamente con vistoso pomo "a becco" metallico terminante con anello snodato per il fissaggio della dragona. Crociera con bracci rettilinei a sezione esagonale terminanti con staffette e vistoso ferma-fodero romboidale. L'arma appartenne al generale Conte Raffaele Cadorna (1815-1897) che fu comandante le truppe italiane che entrarono vittoriose a Roma nel 1870; padre del Maresciallo d'Italia Luigi Cadorna, quest'ultimo ricordato per la disfatta di Caporetto, 24 ottobre 1917, sostituito poi da Armando Diaz, 8 novembre 1817.

Notizie storiche: L'armamento delle fanterie di metà '800 era costitutito da un fucile e dalla baionetta a ghiera ad esso inastata e da una daga, sorta di corta sciabola portata sul fianco sinistro del fante ed usata nei combattimenti corpo a corpo. Il fucile era ad avancarica e col sistema "a luminello", ovvero la forma più evoluta rispetto al precedente "a pietra focaia". Spesso nell'esercito francese i fucili impiegati nel 1859 (spesso venduti anche all'armata Sarda), erano ottenuti dalla trasformazione dall'uno all'altro sistema di innesco. La baionetta a ghiera trasformava l'arma da fuoco lunga in una "arma in asta"; risulta dalle cronache che a volte, nell'accanito combattimento, il fucile venisse scagliato come una vera e propria lancia quandanche, privato della baionetta usato come clava.

Collocazione

Desenzano del Garda (BS), Società Solferino e San Martino. Museo di San Martino della Battaglia

Credits

Compilazione: Bajocchi, Enzo (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).