Name is a name is a name is a name

Norese, Giancarlo; Piccolo, Steve; Sato, Gak

Name is a name is a name is a name

Descrizione

Tipologia: installazione

Autore: Norese, Giancarlo (1963-); Piccolo, Steve (1954-); Sato, Gak (1969-)

Cronologia: post 2008

Materiali/allestimento: CD; DVD; carta/ penna/ pennarello/ scrittura; carta/ fotografia

Misure: 42 cm x 29,6 cm (fogli A3); 29,6 cm x 21 cm (fogli A4)

Descrizione: Name is a name is a name is a name nasce e contemporaneamente è un workshop/performance che Norese, Piccolo e Sato tengono l'8 novembre 2008 presso la Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate in occasione della mostra SPICeSPAN. Itinerari inediti alla GAM (4 ottobre 2008/14 dicembre 2008). Come già suggerisce il titolo (mutuato dal quasi omonimo poemetto di Gertrude Stein), l'idea insita in questo lavoro è tutta incentrata sul nome, sull'idea di community, sull'identità e sulla parola. Presso i popoli antichi si riteneva che il nome non fosse un puro suono, ma quasi l'anima della persona che lo portava. Nella nostra epoca, invece, è pratica comune, soprattutto in rete, inventarsi un nuovo nome. Il workshop di Norese, Piccolo e Sato vuole quindi mettere in scena una vera e propria sequenza di "nuovi riti tecnologici", una sorta di cerimonia per nulla didattica e molto formale nei gesti ripetuti.m

Notizie storico-critiche: Name is a name is a name is a name nasce e contemporaneamente è un workshop/performance che Norese, Piccolo e Sato tengono l'8 novembre 2008 presso la Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate in occasione della mostra SPICeSPAN. Itinerari inediti alla GAM (4 ottobre 2008/14 dicembre 2008).
Come già suggerisce il titolo (mutuato dal quasi omonimo poemetto di Gertrude Stein), l'idea insita in questo lavoro è tutta incentrata sul nome, sull'idea di community, sull'identità e sulla parola.
Presso i popoli antichi si riteneva che il nome non fosse un puro suono, ma quasi l'anima della persona che lo portava, a maggior ragione quando si trattava di un Dio. Nella nostra epoca, invece, è pratica comune, soprattutto in rete, inventarsi un nuovo nome da utilizzare nella comunicazione interpersonale (nick name, tag, username, etc.) ed inoltre, spesso le persone con cui ci relazioniamo decidono, per consenso d'uso, come ci chiamiamo.
Il workshop di Norese, Piccolo e Sato vuole quindi mettere in scena una vera e propria sequenza di "nuovi riti tecnologici", una sorta di cerimonia per nulla didattica e molto formale nei gesti ripetuti, nella struttura, nei tempi e nell'allestimento; una performance non virtuale, ma reale e sociale. Il tutto è finalizzato a focalizzare la pratica rinominativa nella direzione di un'espressione creativa, personale e partecipata all'interno di una situazione fisica accogliente e confortevole.
Name is a name is a name is a name, rito del nome legato al rapporto immagine/parola scritta/parola pronunciata/suono della grafia etc. prevede nove fasi di lavoro:

1. Dopo le presentazioni gli artisti spiegano le ragioni del progetto soffermandosi sulle diverse relazioni che esistono tra immagini, suono e parola ed illustrando l'arbitrarietà del nostro sistema linguistico. Questa arbitrarietà tocca anche la relazione tra l'identità di ciascun individuo e il nome proprio che egli si ritrova. Il workshop si concentra proprio su questo tema al fine di arrivare a formulare un nuovo nome per ogni partecipante aderente alla sua specifica personalità.
2. Steve Piccolo e Giancarlo Norese illustrano una tabella in cui ad ogni lettera dell'alfabeto è stato associato un pittogramma da cui deriva il segno fonetico. A questo pittogramma viene collegata una serie di ambiti semantici a cui il simbolo fa riferimento (esempio: lettera A associata al disegno delle corna di un toro; le corna del toro fanno riferimento alla forza, al coraggio).
3. Steve Piccolo e Giancarlo Norese invitano ogni partecipante a scegliere, attraverso un'azione collettiva, delle lettere a cui afferiscono ambiti semantici affini al proprio carattere, lettere che poi andranno a formare il nuovo nome del partecipante. Le lettere che compongono il nuovo nome hanno come carattere i segni dell'origine pittografica delle lettere e il senso emotivo-simbolico dei suoni a cui corrispondono.
Viene stabilito dagli artisti che le prime lettere ad essere scelte siano le consonanti e che siano al massimo tre in base alle tre caratteristiche principali della persona; successivamente si devono scegliere le vocali per creare la giusta musicalità al nome.
I partecipanti quindi si dividono in piccoli gruppi in cui avviene la scelta del nuovo nome attraverso una sorta di votazione collettiva.
4. Con questa fase si passa alla vera e propria costruzione del video che documenta tutta la performance. Ad ogni partecipante viene scattata una foto del volto con una webcam e sotto il ritratto viene scritto il proprio nuovo nome.
5. I ritratti con i nomi vengono stampati e allestiti nello spazio della Civica Galleria.
6. Gak Sato procede con la registrazione del suono della voce del partecipante che leggerà ad alta voce il suo nuovo nome e del suono prodotto dalla scrittura del nome sul foglio. Contemporaneamente gli altri partecipanti scrivono sui loro fogli il loro proprio nome specificando, per ogni singola lettera, il suo significando in base alla tabella illustrata e

Collocazione

Gallarate (VA), Museo MA*GA. Deposito opere Museo MAGA

Credits

Compilazione: Martellato, Marina (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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