Collezioni del Museo Manzoniano

Definizione: collezione

Tipologia: istituzionale

Istituto di conservazione: Musei Civici di Lecco, Lecco (LC)

Consistenza

La collezione del Museo Manzoniano è formata dagli ambienti della villa che ancora conservano le decorazioni e gli arredi originali del 1818, quando lo scrittore vendette la dimora gentilizia. Essa comprende anche alcuni oggetti di uso quotidiano (occhiali da sole, alcuni calamai e tabacchiere), dipinti, stampe, libri e altri oggetti che sono stati inseriti lungo il percorso espositivo per la loro capacità di evocare il rapporto tra Manzoni e Lecco. Inoltre aiutano il visitatore a comprendere la genesi del romanzo de "I Promessi Sposi" e la nascita del mito dei "luoghi manzoniani", fornendo un inquadramento nella storia e società lecchese del XVIII e XIX secolo e il suo contesto geografico. Si tratta di materiale utile per ricostruire l'ambiente e l'immagine del territorio di Lecco all'epoca dei Promessi Sposi, oggi non più riconoscibili a causa delle grandi trasformazioni industriali e urbane della zona. Una parte significativa del patrimonio collezionistico è poi formata da beni bibliografici: alcune edizioni originali delle opere di Alessandro Manzoni, dalle poesie, alle tragedie, alla saggistica e l'edizione Hoepli illustrata da Gaetano Previati del 1895.
Strettamente connessa al percorso espositivo è la Cappella della villa, con la Pala dell'Assunta dipinta da Carlo Preda, che dovette certamente fare parte dei cosiddetti 'ricordi figurativi' di Alessandro Manzoni.

Notizie storico critiche

Il complesso di Villa Manzoni, che ospita al piano terreno le collezioni del Museo Manzoniano, risale ai primi anni del Seicento quando la famiglia Manzoni, nella persona di Giacomo Maria Manzoni, venne in possesso di un caseggiato di campagna nella località del Caleotto e lo trasformò in palazzo signorile. La struttura edilizia è articolata intorno a due corti: quella nobile, circondata da portici, e quella rustica con i locali per la servitù e i servizi accessori della villa, nonché le grandi cantine dove veniva conservato il vino prodotto nei vigneti di proprietà della famiglia Manzoni. Il fronte posteriore della villa si affaccia su un giardino ampiamente ridotto di dimensioni nel corso del XX secolo. Il complesso è stato oggetto di numerose trasformazioni nella seconda metà del Settecento, dal 1773 al 1779, secondo la volontà di Pietro Manzoni, padre di Alessandro Manzoni. Lo stile neoclassico è ancora leggibile sulla facciata verso via Guanella, nel cortile d'onore, nell'elegante scalone che conduce al piano nobile e in numerose decorazioni parietali.
Anche la Cappella dell'Assunta risale a quegli anni e risulta terminata nel 1777. La chiesa, nonostante la collocazione entro un possedimento privato, godeva del cosiddetto "diritto di messa", cioè venivano celebrate quotidianamente funzioni liturgiche, a cui la famiglia Manzoni poteva assistere da un apposito matroneo raggiungibile dalle stanze private del primo piano. Nel 1818 Alessandro Manzoni vendette il Caleotto con tutte le sue pertinenze alla famiglia Scola.
La villa e i rustici furono acquisiti nel 1962 dal Comune di Lecco che vi allestì, al piano terra, il Museo Manzoniano.
Oggi il complesso di Villa Manzoni ha perso parte della scenografica ambientazione, che lo aveva contraddistinto in passato, a causa della significativa riduzione del giardino retrostante, del riassetto viario cittadino e, in particolare, dei due interventi infrastrutturali riguardanti il centro commerciale "Le Meridiane" e la superstrada Milano - Lecco.