Collezione di sculture del Museo d'Arte Antica del Castello Sforzesco
Definizione: collezione
Tipologia: istituzionale
Datazione: post 1900
Istituto di conservazione: Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco, Milano (MI)
Consistenza
Le collezioni del Museo d'Arte Antica comprendono oltre duemila opere che vanno dall'età paleocristiana al XVI secolo. Tra le testimonianze più significative dell'arte a Milano, dall'età paleocristiana ai secoli centrali del Medievo (XI-XII secolo), ricordiamo la "Pusterla dei Fabbri", uno dei più antichi accessi alle mura medioevali di Milano, e la Testa femminile detta di "Teodora", di epoca bizantina, ritrovata fortuitamente sotto il suolo della città. Un nucleo consistente di reperti architettonici e scultorei proviene dal monastero benedettino femminile di S. Maria d'Aurona, rinvenuti a Milano nel corso di scavi ottocenteschi. Numerosi esempi di scultura romanica provengono dall'area milanese e da altri centri della Lombardia. Tra le testimonianze della scultura campionese nata tra il XII e il XV secolo nella zona di Campione d'Italia, è l'"Arca di Bernabò Visconti", signore di Milano dal 1354, attribuita a Bonino da Campione, maggiore esponente della scuola. La scultura del Trecento a Milano è rappresentata , tra gli altri, da alcuni tabernacoli che ornavano le fronti esterne delle porte della città. Le raccolte proseguono con le testimonianze della città di Milano nel Medioevo, come i rilievi dei captelli di Porta Romana. Il Museo costudisce inoltre ambienti decorati, come la Sala del Gonfalone, la Sala delle Asse attribuita a Leonardo da Vinci e la Cappella Ducale. La raccolta prosegue con la scultura del Quattrocento, con il "Portale del Banco Mediceo", ingresso solenne della sede milanese della Banca di Cosimo de' Medici, e si conclude con la scultura rinascimentale in Lombardia, con opere come il busto detto della "Mora". Tra le opere più celebri del Museo vi è il monumento funebre a Gastone di Foix, governatore di Milano dal 1511, realizzato dallo scultore lombardo Agostino Busti detto il Bambaja.
Notizie storico critiche
La storia della Collezione di sculture del Castello Sforzesco inizia da Brera. Negli spazi dell'Accademi di Belle Arti, istituita nel 1776, confluiscono, a partire dagli ultimi anni del Settecento le prime sculture, con l'intento di disporre di modelli ad uso degli studenti, vista anche la vocazione didattica dell'Istituto. Il recupero di pezzi scultorei da parte dell'Accademia aveva anche la finalità di conservazione e tutela delle testimonianze dell'arte lombarda messe a ricschio dalla soppressione di numerosi edifici di culto, da parte di Giuseppe II e successivamente di Napoleone. In quegli anni Milano affrontava inoltre un rinnovamento urbanistico in senso neoclassico che determinava la distruzione di antichi edifici ecclesistici e civili. Grande impulso a questa azione viene dato da Giuseppe Bossi, pittore, collezionista e segretario dell'Accademia. Egli istituisce una commissione governativa incaricata di svolgere sopralluoghi negli edifici e di mettere in salvo gli oggetti ritenuti più importanti. L'ufficialità dell'incarico consentiva di recuperare sculture, elementi architettonici, iscrizioni, oggetti di scavo. Nel 1819 si recuperano le sculture poste sui tabernacoli, a protezione delle porte urbiche oggetto di demolizione. Le opere appartenute al patrimonio delle chiese soppresse costituiva il nucleo più cospicuo della raccolta che si andava formando, a queste si andavano aggiungendo sculture di diversa provenienza, per esempio oggetto di acquisti. Le opere erano ospitate in una mbiente angusto creato al pianterreno della Chiesa sconsacrata di S. Maria di Brera. Qui i reperti erano accatastati senza un ordine e senza uno spazio adeguato. L'idea di un Museo inizia a delinearsi con l'istituzione nel 1845 di una "Società Archeologica" per concretizzarsi, nel 1862, con l'istituzione del Museo Patrio di Archeologia. Le collezioni si ampliano con l'acquisizione della collezione di Giuseppe Bossi, del Portale del Banco Mediceo, dei pezzi della raccolta Archinto e dei pezzi provenienti da Villa Torre de'Picenardi e, nel 1869, del complesso degli elementi architettonici di S. Maria d'Aurona. Le raccolte in continuo accrescimento ponevano ulteriormente il problema dello spazio. Il Museo Patrio Archeologico viene annesso al neonato Museo Artistico Municipale, che, nel 1900, inaugura la propria sede espositiva negli ambienti del Castello Sforzesco. Tra gli incerementi più significativi del Novecento, nel 1950, l'acquisto di venti sculture lombarde, perlopiù trecentesche dalla collezione Cusani, poi Traversi e, nel 1952, della "Pietà Rondanini" di Michelangelo Buonarroti. Nel 1989 viene acquistato il complesso di sculture realizzato da Bambaja per il Monumento funebre di Gastone di Foix in collezione Arconati a Castellazzo.Tra le acquisizioni più recenti la "Madonna" di Bambjia, già nella tomba Birago, acquistata nel 2002.