Madonna con Bambino e Angeli

Maestro delle sculture di Viboldone (attr.)

Madonna con Bambino e Angeli

Descrizione

Autore: Maestro delle sculture di Viboldone (attr.) (notizie prima metà sec. XIV), esecutore

Cronologia: post 1325 - ante 1349

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: MARMO BIANCO SCOLPITO

Misure: 75 cm x 130 cm

Descrizione: La statua era collocata in una nicchia con sfondo dipinto a cielo stellato e cornice esterna in marmi policromi. L'altorilievorappresenta la Madonna con Bambino e due angeli. La Vergine coronata siede su di un semplice sedile arricchito da un alto cuscino; sopra alla veste indossa un lungo mantello che le copre anche il capo e che è fermato sul petto da una spilla a forma di losanga.ella sostiene con le mani il figlio benedicente, con il torso nudo e coperto solo da un lenzuolino. Alle loro spalle una coppia di angioletti svolge una cortina.

Notizie storico-critiche: L'opera è stata attribuita al Maestro delle sculture di Viboldone da Laura Cavazzini (AA.VV., Il tesoro dei poveri, 2001, pp. 411-413). Fu esposta alla mostra "Sette secoli di storia e di arte: dal 'pane vino e zoccoli' all'assistenza di diritto", nella cui scheda di catalogo si rilevava l'analogia stilistica con i rilievi raffiguranti episodi della vita della Vergine che cingono l'altare di Carpiano (MI) e se ne proponeva una datazione al XV secolo. In effetti la scultura può avvicinarsi ad una serie di sculture, omogenee fra di loro, che Costantino Baroni (La scultura gotica in "Storia di Milano", vol. V, Milano Treccani 1955, pp. 728-812) ha riunito attorno alla Madonna e due santi che trovano posto nella lunetta sopra la porta centrale dell'Abbazia di Viboldone e al sarcofago di Salvarino Aliprandi nella chiesa di San Marco a Milano. Queste opere furono realizzate con ogni probabilità nel corso del quinto decennio del Trecento, se si considera come i lavori di costruzione dell'Abbazia di Viboldone, voluti dal preposto Guglielmo da Villa, si siano conclusi nel 1348, mentre Salvarino Aliprandi morì nel 1344. A tale artista, cui si può dare il nome convenzionale di "Maestro delle sculture di Viboldone", il Baroni riferiva un nutrito elenco di opere. Egli trova posto, nella sequenza cronologica, posto tra la presenza a Milano di Giovanni di Balduccio e l'affermazione di Bonino da Campione. L'intervento di un restauratore, in epoca imprecisata, ha ricostruito la testa del Bambino, che volgeva lo sguardo verso altri interlocutori, figure ormai perdute. Probabilmente l'opera non fu eseguita per l'Oratorio di San Rocco di Riozzo, come dimostrano le vistose rotture della scultura, nonchè il notevole impegno, anche economico, e la qualità che contraddistingue il pezzo: Laura Cavazzini ipotizza pertanto la provenienza originaria della scultura da uno dei tabernacoli che decoravano le sei porte di Milano, di cui Azzone Visconti aveva promosso il completamento architettonico e la decorazione scultorea. Quest'ultimo incarico fu affidato infatti a Giovanni di Balduccio, cui succedette, o l'affiancò proprio il Maestro delle sculture di Viboldone.

Collocazione

Provincia di Milano

Credits

Compilazione: Rebora, Sergio (1995)

Aggiornamento: Pagani, C. (2004); Cassinelli, Daniele (2009)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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