Cristo deposto con Maria, sant'Ambrogio e Angeli
Borroni Giovan Angelo (attr.)
Descrizione
Autore: Borroni Giovan Angelo (attr.) (1684/ 1772), esecutore
Cronologia: post 1730 - ante 1749
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: OLIO SU TELA
Misure: 183 cm x 292 cm
Descrizione: La pala, posta dentro un'ancona in marmi misti, presenta un profilo mistilineo. La parte inferiore dello spazio è occupata dal corpo del Cristo giacente sulla pietra sepolcrale; sopra di lui domina la figura della Madonna con le sue vesti blu e rosse che costituiscono l'unica nota di colore in un quadro dipinto in prevalenza tramite l'utilizzo di terre marroni. alla sinistra della Madonna si trova Sant'Ambrogio, in atteggiamento orante, con abiti vescovili, mitria e pastorale. La metà superiore della pala è occupata da quattro angioletti che, affacciandosi dalle nuvole, osservano la scena, illuminata da destra.
Notizie storico-critiche: L'opera è posta entro un'ancona settecentesca in marmi, al fondo del presbiterio decorato ad affresco, con una quadratura a sfondo prospettico, che si apre su un oculo celeste, entro il quale volano angioletti con simboli della Passione e attributi episcopali. La decorazione murale doveva in origine continuare anche sulla parete di fondo, almeno nella zona circostante il dipinto, come si può notare in una foto del 1909 allegata alla relazione dell'avvocato Guido Zelbi, decorazione oggi non più visibile in quanto interamente ricoperta dallo scialbo. Il leggero scorcio prospettico dell'oculo sul soffitto, concepito per una visuale dalla piccola aula dell'oratorio, aveva un carattere illusionistico ed il preciso compito di focalizzare la visuale dello spettatore proprio sulla pala d'altare. La prima testimonianza documentaria della pala d'altare risale agli atti della visita pastorale condotta dal cardinale Pozzobonelli nel 1749: 'tabula in ipso altare marmoreo est inferta, altitudine est cubitorum quatuor unciarum novem latitudine branchiorum trium unciarum trium: in ipsa depictus est Dominus noster Iesus Christus depositus in dolentis Matris gremio collocatus, cum imagine Sanctii Ambrosii'. La stessa pala è ricordata nell'inventario del 1878 (conservato presso l'ALPE). L'opera è stata attribuita a Giovan Angelo Borroni, da Vito Zani, su suggerimento di S. Coppa, nel libro Il tesoro dei poveri, (2001, pp. 348-349), che riscontra numerose attinenze di questa pala d'altare sopratutto con i riquadri raffiguranti l'Invenzione della Croce' e 'l'inserimento del Sacro Chiodo nella Corona Ferrea' del Duono di Monza. Dato lo scarso numero di pale d'altare oggi note del Borroni, la tela dell'Oratorio di Sant'Ambrogio a Zunico, è senz'altro un episodio di particolare importanza all'interno della sua attività L'opera fu forse commissionata dai fratelli Vismara, fittabili del podere durante il secondo- terzo decennio del XVIII secolo e di cui nel 1749 sono ricordati come titolari del giuspatronato del piccolo oratorio.
Collocazione
Provincia di Milano
Credits
Compilazione: Rebora, Sergio (1995)
Aggiornamento: Pagani, C. (2004); Cassinelli, Daniele (2009)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/1c060-00039/
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