Trionfo della Morte e Danza macabra
Busca, Giacomo detto il Borlone (attribuito)
Descrizione
Identificazione: Trionfo della Morte
Autore: Busca, Giacomo detto il Borlone (attribuito) (notizie 1460-1487)
Cronologia: post 1485
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco
Misure: 855 cm (intero)
Descrizione: Sulla grande parete a destra del portico dell'Oratorio dei disciplini sono raffigurati una serie di affreschi che sviluppano una sintesi dei temi della Morte. Su tre registri sono rappresentati: il Trionfo della Morte con l'Incontro dei tre vivi e dei tre morti (I registro), la Danza macabra (II registro) e quel poco che resta, a seguito di costruzioni e rimaneggiamenti subiti successivamente dalla parete, dei Vizi capitali e dell'Inferno che dovevano contrapporsi alle Virtù e al Paradiso (III registro).
Notizie storico-critiche: Come testimonia la data riportata nel cartiglio esterno a sinistra nel Trionfo della Morte, gli affreschi furono realizzati nel 1485 da un anonimo artista. La critica è stata unanimemente concorde, salvo alcune sporadiche posizioni divergenti, nell'assegnare la paternità del ciclo pittorico al medesimo artista che eseguì, probabilmente con la collaborazione di una bottega, le Storie della vita di Cristo all'interno dell'oratorio. Di tale pittore, riconosciuto in quel "Iacobum Borlonio pinctorem" menzionato in alcuni documenti relativi all'oratorio in anni compresi fra il 1460 e il 1471, è stato solo in tempi più recenti, grazie al rinvenimento di nuove carte d'archivio, chiarito il nome che sarebbe Giacomo Busca, mentre Borlone risulterebbe il suo soprannome.
Se da un lato la critica ha riconosciuto la mano dello stesso artista sia negli affreschi interni sia in quelli esterni dell'oratorio, dall'altro i medesimi studiosi coralmente hanno tenuto a precisare come fra i due cicli sia però evidente uno scarto stilistico, ovvero una maturità artistica manifesta nel Trionfo della Morte e Danza macabra dovuta verosimilmente alla sua realizzazione in anni successivi rispetto alla Storie della vita di Cristo.
Nel 1673 la costruzione di una scala esterna addossata alla parete, per permettere di raggiungere il nuovo piano superiore dell'edificio (come ricorda un'iscrizione posta nella sala superiore), e la conseguente apertura di due nuove porte, comportò la quasi totale perdita del registro più basso degli affreschi, con i Vizi capitali e l'Inferno da un lato e le Virtù e il Paradiso dall'altro, ma anche parte del registro intermedio, cancellando i primi personaggi della Danza macabra.
Nel 1868, a opera del capomastro Giuseppe Luzzana, tale scala venne demolita, ma solo il restauro eseguito nel 1970 da Giuseppe Arrigoni di Bergamo ha riportato alla luce il lacerto raffigurante alcuni disciplini oranti, probabilmente appartenente allo spazio dedicato alla raffigurazione delle Virtù e del Paradiso.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/1j560-00001/
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