Decorazione plastico pittorica della cupola
Bramante, Donato; Fonduli, Agostino; Battagio, Giovanni; Battagio, Gabriele; Pietro da Velate; Rizzi, Giovanni Pietro; Mirofoli, Giovanni Angelo da Seregno; Raimondi, Antonio; Antonio da Pandino; Pittore bergognonesco
Descrizione
Identificazione: Lacunari
Autore: Bramante, Donato (1444-1514), progettista/ architetto; Fonduli, Agostino, plasticatore; Battagio, Giovanni, architetto/ plasticatore; Battagio, Gabriele, plasticatore; Pietro da Velate, pittore; Rizzi, Giovanni Pietro, pittore; Mirofoli, Giovanni Angelo da Seregno, pittore; Raimondi, Antonio, pittore; Antonio da Pandino, pittore; Pittore bergognonesco, pittore
Cronologia: post 1482 - ante 1486post 1482 - ante 1499
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: stucco; stucco / modellatura a stampo; stucco / incisione; stucco / intaglio; stucco / pittura; stucco / doratura; terracotta; terracotta / stampo; terracotta / modellatura; terracotta / pittura; terracotta / doratura; intonaco / pittura a fresco; intonaco / pittura; intonaco / doratura
Descrizione: La cupola della chiesa di Santa Maria preso San Satiro, decorata a lacunari e illuminata da una piccola lanterna, s'imposta su un basso tamburo ritmato da oculi ornati da teste in cotto. I pennacchi, raccordando la struttura ai sottostanti pilastri di sostegno, presentano in tondi le raffigurazioni dei Quattro evangelisti. Sia il tamburo che i pennacchi sono completati da un'ornamentazione dipinta monocroma a elementi fitomorfi e zoomorfi, mentre cornici e modanature fittili dorate e dipinte separano i vari elementi della costruzione.
Notizie storico-critiche: La cupola della chiesa di Santa Maria presso San Satiro, progettata e realizzata sotto la supervisione di Donato Bramante fra il 1482 e il 1486, fu decorata, stando ai documenti rinvenuti, da più artisti.
Per l'apparato plastico decorativo i nomi emersi dalla documentazione diretta e indiretta sono quelli di Agostino Fonduli, Giovanni Battagio e Gabriele Battagio. Sappiamo infatti che l'11 marzo 1483 Agostino Fonduli, fra le varie opere in terracotta che dovrà realizzare per la chiesa, s'impegna a eseguire anche 36 figure per il tamburo della cupola che saranno collaudate da Antonio Meda e da Bramante stesso. I fratelli Giovanni e Gabriele Battagio - il primo tra l'altro suocero di Fonduli - sono attestati in documenti del 1482 e 1483 come testimoni e nel 1487 Gabriele è pagato due volte per lavori non specificati alla chiesa: secondo la critica si tratterebbe verosimilmente della realizzazione dei lacunari della cupola e delle volte dell'edificio se infatti lo stesso artista in un successivo contratto del 8 agosto 1500 accetterà di realizzare i lacunari in stucco della chiesa milanese di Santa Maria presso San Celso.
Per l'apparato pittorico i nomi recuperati dalla documentazione sono quelli di Pietro da Velate, Giovanni Pietro Rizzi, Giovanni Angelo Mirofoli da Seregno, Antonio Raimondi e Antonio da Pandino. I contratti ci informano infatti che il 28 agosto 1483 i deputati della Scuola di Santa Maria presso San Satiro e i pittori Pietro da Velate, Giovanni Pietro Rizzi e Giovanni Angelo Mirofoli da Seregno nominano i maestri Francesco da Vico e Antonio Raimondi arbitri nella vertenza intorno alla pittura dell'interno e dell'esterno del tiburio sopra l'altare maggiore di San Satiro e del tiburio grande della nuova chiesa di Santa Maria. Il 7 maggio dello stesso anno Antonio Raimondi s'impegna a dipingere le volte del braccio destro del transetto e in novembre, il medesimo pittore e Antonio da Pandino, sono incaricati di dipingere in oro e azzurro tutta la volta e l'arco fra la vecchia chiesa di San Satiro e la nuova chiesa di Santa Maria, ovvero le volte del braccio sinistro del transetto.
Numerose campagne di restauro eseguite tra il XVII e il XX secolo hanno modificato notevolmente l'assetto decorativo originario della chiesa. Per quando concerne la cupola sappiamo nello specifico che già nel 1662 venne sostituita una catena e nel 1724 furono rimosse dall'ingegnere Giovanni Francesco Malatesta 30 piccole statue in cotto, raffiguranti angeli e santi, poste intorno alla cornice. Nel 1811 il rivestimento dei pilastri della cupola fu completamente tolto sino alla muratura per far fronte a problemi di umidità. Nel 1819 il pittore Gaetano Vaccani rifece la decorazione dei pilastri verso il finto coro e gli ornamenti a chiaroscuro del tamburo e dei pennacchi della cupola all'interno della quale vennero restaurati anche i cassettoni, rinnovando il fondo in azzurro e tutti gli elementi in rilievo con foglia d'oro. Il distacco e la caduta di un rosone portarono a ulteriori restauri operati da Ernesto Rusca fra il 1912 e il 1915 il quale, costatando come tutta la decorazione ottocentesca fosse deteriorata, non solo si occupò della pulitura di tutte le ornamentazioni in cotto e in gesso ma rifece ancora tutte le dorature. Negli anni 1937 e 1938, in concomitanza con il recupero del bassorilievo della prospettiva del finto coro, si decise di eliminare le decorazioni dei pilastri della cupola rifatte nell'Ottocento e rinnovare gli ornamenti a candelabra affidando il lavoro al pittore Romildo Scaramuzza. Dopo altri interventi nel Dopoguerra agli intonaci, fra il 1983 e il 1992 è stata avviata una nuova campagna di restauro che ha portato a operazioni di pulizia e consolidamento e con la quale si è cercato di mantenere memoria, laddove possibile, anche dei vari restauri passati. Infine fra il 1999 e il 2000 altri interventi hanno interessato soprattutto gli affreschi dei Quattro evangelisti dei pennacchi e della cornice del tamburo.
Collocazione
Milano (MI), Chiesa di S. Maria presso S. Satiro
Credits
Compilazione: Barbieri, Alessandro (2016)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/1j560-00054/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).