San Maurizio e il massacro della legione tebana
Luini, Bernardino; Campi, Antonio
Descrizione
Autore: Luini, Bernardino (1481 ca.-1532); Campi, Antonio (1524-1587)
Cronologia: post 1522 - ca. 1525post 1578/06/25 - ante 1579
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura; tela / pittura a olio
Misure: 250 cm x 230 cm (dipinto)
Descrizione: La parete divisoria che separa la chiesa claustrale di San Maurizio al Monastero Maggiore da quella riservata ai fedeli (anche detta chiesa "pubblica") è caratterizzata da una articolata serie di affreschi. Il fronte rivolto verso l'aula pubblica si sviluppa in altezza su due ordini separati da un fregio con decorazioni di gusto rinascimentale, mentre nel senso della larghezza è suddiviso da lesene in tre campate. Vengono così a formarsi sei settori di forma regolare, che ospitano varie scene, tre delle quali affrescate nella parte alta (da sinistra: Martirio di san Maurizio; Assunta; San Sigismondo che offre il modello della chiesa di Augaunia), altre due nel registro inferiore (da sinistra: Sante Cecilie e Orsola; Sante Apollonia e Lucia), sormontate da lunette anch'esse affrescate (da sinistra: Alessandro Bentivoglio tra i santi Stefano, Benedetto e Giovanni Battista; Ippolita Bentivoglio tra le sante Agnese, Scolastica e Caterina). Al centro della medesima parete, in corrispondenza dell'altare maggiore, si conserva ancora la pala raffigurante l'Adorazione dei magi, dipinta su tela.
Notizie storico-critiche: Gli affreschi del tramezzo sono in gran parte ascrivibili a Bernardino Luini. Con ogni probabilità il pittore fu convocato nel 1522 per celebrare il fatto che, in quell'anno, una delle figlie di Alessandro Bentivoglio aveva preso i voti nel medesimo monastero. Un ruolo decisivo nella commissione deve essere stato svolto anche dalla moglie Ippolita Sforza, donna di indubbia levatura culturale, in rapporti con alcune figure di primo piano della corte sforzesca (ispiratrice delle Novelle di Matteo Bandello).
L'autografia luinesca degli affreschi è stata individuata sin dal Cinquecento con Vasari, che riferì al pittore milanese "Bernardino del Lupino [...] tutta la facciata grande dell'altare con diverse storie". Gli osservatori successivi che ebbero modo di descrivere le pitture di San Maurizio, si soffermarono spesso sul gruppo di affreschi visibile al centro, dove "fra le cose in essa più rare sono due ritratti da' lati dell'altar maggiore", corrispondenti a quelli di Alessandro Bentivoglio e di Ippolita Sforza nelle due lunette del registro inferiore della parete divisoria (da segnalare alcune ipotesi dissonanti, che indentificano la coppia ritratta nelle due lunette con Violante Bentivoglio e il marito Giovanni Paolo Sforza e con Ermes Visconti di Somma Lombardo e sua moglie Bianca Maria Scapardone). Le due lunette coi ritratti dei Bentivoglio sono state le prime a venir eseguite da Luini. Ciò è confermato dall'alto livello qualitativo di questo settore della decorazione, giudizio che si può tranquillamente estendere anche alle scene inferiori, che rappresentanto vari santi in piedi e simulano, con efficacia, l'esistenza di due tabernacoli. La padronanza spaziale è il sintomo di una avvenuta maturazione del linguaggio del pittore, avvertibile anche nella compostezza delle figure, che tradisce una meditazione su Raffaello e, più in generale, su modelli tosco-romani del primo quarto del Cinquecento.
Un discorso a parte merita la pala centrale di Antonio Campi con l'Adorazione dei magi, inserita nella parete a distanza di molti decenni dall'intervento di Luini e specchio di un gusto decisamente mutato, come del resto confermano le date della sua esecuzione (1578-1579). Tale commissione, che di fatto modifica l'assetto decorativo della parete, trovava ragion d'essere nell'esigenza di tamponare la grande arcata che metteva in comunicazione le due aule della chiesa, in ottemperanza ai decreti tridentini e alle prescrizioni di Carlo Borromeo.
Collocazione
Milano (MI), Chiesa di S. Maurizio al Monastero Maggiore
Credits
Compilazione: Piazza, Filippo (2016)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/1j570-00002/
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