San Sigismondo

Antegnati, Gian Giacomo; de' Medici da Seregno, Francesco

San Sigismondo

Descrizione

Autore: Antegnati, Gian Giacomo (1480/85 ca.-1563), intagliatore dell'organo; de' Medici da Seregno, Francesco (notizie 1548-1554), pittura delle ante dell'organo

Cronologia: post 1554 - ca. 1555

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: legno / intaglio; legno / doratura; tela / pittura a olio

Descrizione: Ad ante chiuse il fronte esterno dell'organo presenta i santi Sigismondo, a sinistra, e Maurizio a destra. Il legame tra i due santi, illustrato anche in alcuni affreschi presenti sul tramezzo verso l'aula pubblica, si spiega alla luce del fatto che Sigismondo fece innalzare una chiesa nell'antico sito di Agauno (attuale Saint-Maurice nel Cantone Vallese in Svizzera), dove avvenne il martirio di Maurizio e dei suoi compagni, che si erano rifiutati di combattere per l'imperatore Massimiano Erculeo (286-310). Per questo motivo Sigismondo regge, nella mano destra, il modellino di una chiesa, mentre Maurizio è rappresentato nel tradizionale aspetto del soldato. Le due figure, eseguite quasi a monocromo (contrassegnate soltanto da alcune dorature), fanno un generico riferimento alle sculture antiche e intendono richiamare proprio un gusto antichizzante, accentuato soprattutto dalle cornici di festoni, girali e trofei. Ad ante aperte, invece, la decorazione mostra due sante regali, Elisabetta d'Ungheria, a sinistra, e Caterina a destra, raffigurate all'interno di paesaggi e inquadrate da una finta architettura prospettica decorata da cornici con festoni.

Notizie storico-critiche: Il contratto siglato il 4 settembre del 1554 vincolava Gian Giacomo Antegnati "filius quondam Bartholomei", residente a porta ticinese nella parrocchia di Sant'Alessandro in Zebedia, a consegnare un organo per la chiesa di San Maurizio entro e non oltre la festa della natività di Maria dell'anno seguente, 1555. Nel documento si menziona anche il pittore incaricato di dipingere le ante dello strumento, Francesco de' Medici da Seregno, assistito dal figlio. L'incarico si configura come una commissione multipla, dal momento che vengono menzionati i nomi di tutte le famiglie che detenevano il patronato delle cappelle della chiesa, a cominciare dai diretti discendenti dei benefattori, Alessandra Sforza Bentivoglio e Francesca Violante Bentivolgio (tra le altre famiglie coinvolte si segnalano i Fiorenza, i Panigarola e i Gallarati).
L'organaro Giovan Giacomo Antegnati, dopo aver speso gran parte della sua attività nel bresciano, nel 1540 si trasferisce definitivamente a Milano dando vita a quello che viene conosciuto come il ramo milanese degli Antegnati (dopo la morte il figlio Benedetto continuerà l'attività paterna). Gli vengono attribuiti 33 organi, tra i quali, a Brescia, quelli di S. Maria delle Grazie (1533), di S. Faustino (1533-1536), della Cattedrale (1536), della parrocchiale di Salò (1546), ma la sua opera più prestigiosa resta l'organo del Duomo di Milano, costruito nel 1552. L'impresa affidatagli da parte delle benedettine di San Maurizio conseguiva quindi di poco a quest'ultimo successo milanese. Le quattro ante dipinte da Francesco de' Medici consentono di fare luce, almeno in parte, sullo stile di questo pittore, di cui si conosce soltanto un'altra notizia nel 1548 (anno in cui è attestato alla riunione dell'Università di pittura a Milano). L'impostazione elegante dei santi (di cui si conoscono i disegni preperatori per le figure femminili), dal profilo allungato, rimanda al raffinato ambiente della corte di Ferrante Gonzaga, richiamando in modo piuttosto stretto i modelli di Carlo Urbino, pittore esperto nell'allestimento di apparati effimeri e decorativi. Diversa è invece la decorazione dipinta sulla cassa dell'organo, che presenta una notevole abbondanza di mascheroni, trofei, girali intrecciati, armi ed elementi tratti dal repertorio antico.

Collocazione

Milano (MI), Chiesa di S. Maurizio al Monastero Maggiore

Credits

Compilazione: Piazza, Filippo (2016)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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