Crocifissione
Neri di Bicci di Lorenzo (attribuito)
Descrizione
Autore: Neri di Bicci di Lorenzo (attribuito) (1418/1420-1492)
Cronologia: ca. 1450 - ca. 1475
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tavola / pittura a tempera
Descrizione: La scena presenta una moltitudine di figure nel registro inferiore della rappresentazione, che riguarda la Crocifissione di Cristo. In primo piano all'estrema sinistra si trovano gli armigeri che si spartiscono le vesti del Signore, a fianco invece è raffigurato il gruppo delle pie donne che sostengono la Vergine svenuta; al centro della composizione, al di sotto della croce sono riconoscibili alcuni apostoli, tra cui san Giovanni Evangelista. All'estrema destra e in secondo piano i soldati, tra i quali alcuni a cavallo, partecipano all'episodio. Nella parte alta le tre croci occupano lo spazio, stagliandosi sul fondo oro insieme a quattro angeli che raccolgono il sangue di Cristo.
Notizie storico-critiche: La tavola fu portata a Castiglione Olona per essere collocata al centro dellÂ'abside della Collegiata. La ragione di questo trasferimento, voluto da Mario Salmi nel 1928, si spiega alla luce del fatto che si cercava non solo di coprire una fastidiosa lacuna nell'intonaco che ancora oggi risulta visibile sulla parete centrale, ma anche di accostare agli affreschi del medesimo ambiente un'opera che all'epoca si attribuiva a Paolo Schiavo. L'autore a cui, più recentemente, la critica ha ritenuto di riferire il dipinto in esame, Neri di Bicci, rappresenta l'ultimo esponente di una prolifica dinastia di pittori che per tre generazioni, di padre in figlio, operarono ininterrottamente a Firenze. Neri è documentato insieme al padre a partire dal 1438 nell'ambito di una testimonianza rilasciata a un notaio. Allo stesso anno risale la prima attestazione artistica, relativa a un pagamento per una pala dÂ'altare destinata a una cappella nella chiesa di Santa Felicita a Firenze; nel 1439-40 padre e figlio riscossero i compensi per il Monumento funebre dedicato a Luigi Marsili nella cattedrale e per l'esecuzione di alcune figure di apostoli e santi (in gran parte distrutte) dipinte nella medesima cappelle. Intorno alla metà degli anni Quaranta il pittore assunse il controllo della bottega; dal 1453 al 1475 è possibile ricostruire la produzione di Neri grazie al suo diario di bottega, conosciuto con il nome di "Ricordanze". E' un periodo in cui il pittore venne coinvolto in numerose commissioni, tra le quali gli affreschi per una cappella nella chiesa di Santa Trinita a Firenze, un polittico già nella cappella Villani alla Santissima Annunziata e un tabernacolo nella sala dellÂ'Udienza di palazzo Vecchio; negli anni Cinquanta eseguì un numero elevato di pale dÂ'altare: nel 1455 iniziò lÂ'Ascensione della Vergine per la cappella Spini di Santa Trinita; nel medesimo anno attese ad affrescare per conto dellÂ'abate Benedetto Toschi nel convento di San Pancrazio. Dal punto di vista stilistico sono state evidenziate aperture nei confronti della coeva pittura fiorentina, in particolare verso Filippo Lippi, ma senza eslcudere il Beato Angelico e Domenico Veneziano. Per questo la sua pittura si assesta su una ripetizione di moduli ampiamente collaudati, come emerge anche nella Crocifissione in esame, il cui prototipo compositivo viene riproposto in altri casi (si veda, a titolo di esempio, la Crocifissione del Museo Civico G. Fattori di Livorno, in tutto simile all'opera in esame). Accanto a un sostanziale conservatorismo stilistico e tecnico, dettato non soltanto dalla committenza ma anche dall'esigenza di soddisfare il mercato, si notano formule decisamente arcaizzanti, che connotano, per esempio, alcune figure in primo piano (oltre all'uso del fondo d'oro di ascendenza medievale).
Collocazione
Castiglione Olona, (VA)
Credits
Compilazione: Piazza, Filippo (2016)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/1j570-00051/
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